Venerdi scorso, alla Cremeria “La Fragola” di Crescentino, l’Italia dei Valori ha presentato il candidato locale Alessandro Trotta, che poi è quello che vi scrive in questo momento. Tra il programma, le proposte, gli auspici per il futuro, abbiamo avuto una grande testimonianza di coraggio.
La serata si è conclusa con l’intervento di Pino Masciari, un imprenditore calabrese che ha detto no alla \’ndrangheta e per questo no è stato costretto a cambiare città, vita, identità. E’ stato costretto ad abbandonare la sua Calabria ed è costretto tutt’ora a vivere protetto dalla scorta.
Fa uno strano effetto vedere un uomo che ha avuto la sola “colpa” di denunciare il sistema arrivare con i lampeggianti accesi, la gazzella dei carabinieri, i ragazzi della sua scorta che scendono a controllare il locale, le uscite di sicurezza. Fa uno strano effetto vederlo entrare accompagnato e poi sedersi in mezzo a noi a parlare di politica, di società, di giovani.
Fa rabbrividire invece una frase dell’intervento di Pino. Ci raccontava che ormai esausto di subire i soprusi della malavita, di dare il 3% alla ndrangheta e il 6% ai politici, di sentirsi negare i servizi dai fornitori e dai suoi stessi dipendendi su pressioni delle cosche, decide di denunciare: “…ma non ho trovato lo Stato”, dice Pino. ” Lo Stato non ha risposto, lo Stato consiglia a Pino “di lasciar perdere” che è meglio così.
Tutti forse a quel punto si sarebbero arresi, Pino no, Pino va avanti. Denuncia, chiude l’azienda, viene prelevato di notte con la famiglia e portato lontano. Diventa un testimone di giustizia. Tutta la storia completa di Pino la trovate qui , sintetizzarla in queste poche righe sarebbe troppo riduttivo.
Il Presidente dell’Italia dei Valori Antonio Di Pietro ha più volte trasmesso la vicinanza del partito a Pino Masciari.
Dopo una serata passata con lui vorremo dirlo anche noi, da questa piccola finestra sul mondo: noi siamo Amici di Pino Masciari.
Vorremmo avere anche solo un centesimo del coraggio di quest’uomo, vorremmo averlo noi e vorremmo lo avesse la gente. Cambiare è possibile.
di Alessandro Trotta