Mafia? \’ndrangheta?
Fino a poche ore fa erano in pochissimi quelli di noi che sapevano cosa fossero davvero queste organizzazioni criminali, cosa volesse dire combattare per la libertà e la giustizia.
E\’ proprio quando conosci persone come Pino Masciari che capisci che per l\’Italia forse c\’è ancora la speranza di uscire dalla criminalità organizzata che purtroppo continua a diffondersi sempre più.
L\’incontro di oggi con un uomo che ha vissuto in prima persona tutto questo è servito ad aprirci gli occhi, a farci riflettere come, nel suo piccolo, lui decidendo di non piegarsi alle ingiustizie sia riuscito a far muovere qualcosa soprattutto è servito anche a noi per organizzare il coraggio, da ora infatti siamo convinti che per indebolire o meglio eliminare i sistemi corrotti bisogna parlare e denunciare tutto.
Insomma, di Pino Masciari ce n\’è solo uno ma se tutti noi avessimo la sua forza e il suo coraggio per affrontare quello che lui ha vissuto e tutt\’ora vive l\’Italia non sarebbe in rovina come lo è adesso.
[flickr_highslide set=\”26 Gennaio 2012: Pino Masciari al Liceo Righi di Bologna\”]
Caro Pino (è così che vuoi che ti chiamino i tuoi amici),
non dimenticherò mai l’incontro di ieri 26 gennaio presso il nostro liceo.
Sono anni che insegno e più insegno, più divento consapevole di tutte le cose che ancora non so, che non capisco. A volte mi sembra un’impresa così ardua e anche un po’ presuntuosa cercare di rendere chiare ai miei studenti cose di cui io stessa fatico a comprendere il senso, eventi storici, la bellezza feroce di alcuni brani di letteratura che a volte sono come pugni nello stomaco.
Non dimenticherò mai l’incontro di ieri nel nostro liceo e le parole che hai rivolto a noi tutti, il racconto della tua esperienza di uomo e di cittadino.
‘Ecco un vero maestro’, ho pensato. Un educatore che vive sulla sua pelle le cose che spiega e così sono tornata ad essere un’allieva anch’io, desiderosa d’imparare, di capire.
Sono anni che insegno l’epica antica e i miei studenti sanno quanto sia fissata soprattutto con i poemi omerici, innamoramento che dura ormai da più di trent’anni.
Probabilmente i miei studenti non ne possono più di sentirmi parlare di Achille, di Ettore e di Odisseo come se fossero amici miei e non figure fatte di carta e poesia.
Ieri, ascoltandoti, ho avuto conferma di ciò che ho pensato leggendo il tuo libro: ecco un eroe, nel significato antico del termine, un modello di comportamento per tutti coloro che lo ascoltano e lo vedono.
Con gli eroi antichi condividi innanzi tutto il coraggio, che non è fine a se stesso, non è esibizione di forza, ma è difesa dell’onore, che nel tuo caso prima di ogni cosa è dignità di persona, di ciò per cui vale la pena di vivere: la libertà.
‘Libertà va cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta’.
Come un eroe omerico sei un guerriero, che combatte per difendere diritti che dovrebbero essere scontati per quanto sono fondamentali: il diritto alla vita, alla libertà, alla giustizia, il diritto al lavoro.
Infine come Achille, come Ulisse e come ogni uomo grande, non temi di mostrare le tue emozioni ed è per questo che le tue parole non parlano solo al cervello di chi ascolta.
Questo ho pensato ascoltandoti ieri.
Ti ringrazio dunque per tutto ciò che mi hai insegnato.
E’ stato un onore averti ospite nel nostro liceo.
Annamaria Costanzo