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Una famosa citazione di Paul Brulat asserisce che \”Niente costa tanto caro come essere poveri\”. Niente di più vero visto che niente o poco viene fatto dalla politica per contrastare questo stato sociale che in Italia è sempre più marcato. Siamo passati da 1,8 milioni di poveri del 2007 al 4,1 milioni nel 2014 con un assestamento ma non calo, per l\’anno 2015. Si può considerare che, visto l\’andamento della situazione politica e sociale del nostro paese con lo stallo mentale dei nostri politici, che per il 2016 la tendenza non dovrebbe cambiare ma anzi peggiorare. Le famiglie, a differenza di quanto affermato mesi fa\’ dal premier Renzi in Commissione Europea che \”le famiglie italiane si stanno arricchendo\” (quelle dei politici sicuramente), sono sempre più in difficolta avvicinandosi alla soglia della povertà. Non vi è ripresa economica e commerciale, il popolo non spende quel poco che ha facendo fatica ad arrivare a fine mese e questo porta anche a pericolose conseguenze. E\’ in questo contesto sociale che le mafie attingono per reclutare manovalanza, nel tessuto sociale dove la povertà e la disperazione fanno si che accettare un lavoro illegale e magari in taluni casi necessario per sfamare i propri figli diventa l\’unica via di scampo da questa tagliola in qui la nostra politica ci ha infangati senza darci l\’aiuto necessario e ridare dignità alle famiglie italiane e a l\’economia del paese in genere. La politica vive in un limbo al di fuori del quale non ha mai vissuto realmente i sacrifici e i duri schiaffi della vita per poterli conoscere ed affrontarli, la povertà è un peso troppo caro (per ricollegarci alla citazione iniziale) da supportare ed ecco perchè dalla politica vedremo solo briciole e mai fatti concreti atti a dare quel giusto peso che merita questo problema sociale!

Dura analisi della caritas in merito al \’non intervento\’ dell\’esecutivo

Povertà, rapporto Caritas 2015: la Chiesa attacca il Governo. Che non ha fatto nulla per frenarla

Violento attacco al Governo di Caritas Italiana sul tema della povertà. Nel Rapporto 2015 su ‘Le politiche contro la povertà in Italia’  viene presentata la situazione attuale. Se è vero, si legge, che la povertà assoluta (dati Istat) ha smesso di crescere stabilizzandosi intorno al 7% della popolazione, confrontando il 2014 con il 2007, cioè con il periodo pre-crisi, il numero dei poveri in senso assoluto è salito da 1,8 milioni a 4,1 milioni, dunque è più che raddoppiato. L’Italia, sottolinea Caritas, è l’unico paese europeo, insieme alla Grecia, privo di una misura nazionale contro la povertà. Il Governo Renzi, che pure ha introdotto qualche «avanzamento marginale» nel sostegno al reddito, non si è finora «discostato in misura sostanziale dai suoi predecessori» e ha confermato la «tradizionale disattenzione della politica italiana nei confronti delle fasce più deboli».

RENZI – Gli interventi decisi dal governo Renzi – bonus di 80 euro, bonus bebè, bonus per le famiglie numerose e l’Asdi – secondo il rapporto si traducono in un complessivo incremento medio di reddito pari al 5,7%, risultato migliore rispetto ai precedenti Governi, ma sempre completamente insufficiente. L’ intervento pubblico nel suo complesso risulta del tutto inadeguato (i fondi nazionali sono passati da 3.169 milioni del 2008 a 1.233 milioni del 2015) e frantumato in una miriade di prestazioni non coordinate. La gran parte dei finanziamenti pubblici disponibili è dedicata a prestazioni monetarie nazionali mentre i servizi alla persona, di titolarità dei Comuni, sono sottofinanziati. Comunque, conclude il rapporto, anche se il 22% dei nuclei poveri ottiene almeno una delle misure sopra elencate, solo il 5,5% esce dalla povertà per effetto di questi interventi. Anche le misure annunciate, come l’abolizione della Tasi o la riduzione dell’Irpef, incideranno poco o nulla su questi nuclei che per lo più sono incapienti.

POLETTI – Replica il ministro del welfare Giuliano Poletti: “Siamo ben consapevoli dell’urgenza di intervenire nel contrasto alla povertà e siamo molto attenti all’analisi e alle proposte della Caritas. Già dalla prossima Legge di stabilita’ cercheremo di avviare interventi seri, strutturati e sostenibili che possano segnare un cambio di passo”.

firenzepost.it

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