Pino Masciari: Il contrasto alla \’ndrangheta avrà più uomini come promesso dal Ministro dell\’Interno, ma stranamente non per tutte le regioni, come Lombardia e Piemonte che non verranno rinforzate! Che si pensi ancora che la parola \’ndrangheta sia da collegare in buona parte solo al meridione? Considerando quanto la \’ndranhgheta sia radicata in queste due regioni, forse bisognerebbe fare molto di più a livello nazionale e non solo selezionando alcune regioni, la lotta a questo \”tumore sociale\” dev\’essere duro e capillare altrimenti non si realizzerà alcun contrasto!
[fonte: ilsole24ore.com]
Contrasto alla ’ndrangheta, arrivano i rinforzi
Ne aveva promessi 800, la previsione è stata ritoccata a 773 ma per il momento ne sono arrivati, talvolta a fatica, 735. Sono questi i rinforzi messi in campo nella lotta alla \’ndrangheta, che il ministro dell\’Interno Angelino Alfano aveva annunciato il 23 aprile di quest\’anno presentando il Piano d\’azione nazionale e transnazionale.
Gli inquirenti, soprattutto quelli calabresi, avevano chiesto di rafforzare i pacchetti di mischia investigativi e di controllo sul territorio e così, in parte, è stato. Restano a bocca asciutta le regioni del centro-nord (Lazio, Emilia-Romagna, Piemonte, Liguria e Lombardia) dove pure è fortissima la tenaglia delle cosche calabresi su economia e società.
La Polizia avrebbe dovuto contare, con le previsioni riviste, su 235 nuove unità e così è stato anche se la situazione si è sbloccata solo a ottobre, quando sono arrivate 60 unità che hanno arricchito gli organici delle squadre mobili di Reggio Calabria (+40) e Catanzaro (+20). Da giugno il controllo straordinario del territorio era stato potenziato con 50 equipaggi giornalieri dei reparti di prevenzione del crimine a disposizione delle questure calabresi.
I Carabinieri in più sono 374. Di questi 54 ricoprono profili investigativi: 20 per la struttura centrale del Ros dislocata tra Reggio Calabria e Catanzaro e 34 (un\’intera sezione del II reparto investigativo) dedicati alle indagini delegate dall\’autorità giudiziaria di Reggio Calabria. Altri 150 rinforzi (come testualmente li battezza il Viminale) sono stati destinati alla ricerca dei latitanti e al controllo del territorio nella regione e altri 150 hanno coperto i vuoti di organico della Legione Calabria (dunque, propriamente, non si potrebbe parlare di rinforzi ma di vuoti coperti).
Alla voce “Guardia di finanza” la previsione era di 118 unità ma all\’appello ne mancano 46. Nel reparto dei baschi verdi ne sono arrivati 10 su 20 perché le richieste non hanno coperto il fabbisogno. Per il resto è stato rafforzato il presidio di Gioia Tauro ma nel resto del territorio una parte consistente arriverà quando saranno terminati i prossimi corsi di formazione. Infine il capitolo del Corpo forestale dello Stato. Delle quattro unità investigativa nella provincia di Reggio Calabria ne è arrivata solo una mentre in Aspromonte sugli otto rinforzi previsti ne sono calati due. Per le attività di contrasto, in compenso, ne sono arrivati 52 rispetto ai 34 previsti.
Contemporaneamente allo stato di attuazione del Piano d\’azione nazionale e transnazionale, il Viminale ha aggiornato anche le statistiche sulle attività di prevenzione e contrasto alla \’ndrangheta da aprile a settembre. Sono state denunciate 205 persone e arrestate 107. Nello stesso periodo le Forze di Polizia hanno denunciato o arrestato, per il reato di associazione per delinquere di tipo mafioso, 242 persone (di cui 62 denunciate in stato di libertà e 180 arrestate). Accanto a questa parte “tradizionale”, il Viminale ha rilanciato i 5 hub internazionali per combattere le cosche nei 5 continenti e il rafforzamento delle tecnologie per mappare le presenze criminali. Vecchio e nuovo si sposano nella speranza che le (poche) forze in campo, sul fronte investigativo e giudiziario, siano sufficienti.