Entrambi architetti in un paese come l\’Italia dove non c\’erano prospettive di un futuro se non quello fatto di lavoretti sottopagati, una speranza di poter creare una famiglia dove se ti va bene, devi campare di sussidi sociali. Futuro in Italia, Gloria e Marco non ne avevano e così a malincuore, come tanti, avevano deciso di lasciare i propri cari per inseguire il loro in un paese straniero, dove se sei bravo e meritevole vieni gratificato, dove uno stipendio è pari alle tue capacità, non 300/400 euro magari in nero senza nessuna garanzia e sfruttato dall\’azienda di turno. Il loro futuro però si è interrotto nel peggiore dei modi nel 23° piano della Grenfell Tower di Londra andato a fuoco nei giorni scorsi. Ovviamente non si possono far coincidere le concause di un destino beffardo come il loro con le mancanze di uno Stato come quello Italiano e tra i mille \”se\” c\’è quello che se non avessero avuto bisogno di andar via dall\’Italia, forse oggi sarebbero ancora vivi ma, un dato di fatto oggettivo c\’è, che in Italia se sei giovane e non sei figlio di un politico, di un imprenditore che conta o non \”erediti\” il posto di lavoro, di strada ne fai poca, di sbocchi ne hai ancor meno e per quanto tu possa essere bravo, per quanto tu abbia le qualità per quel genere di lavoro, rimarrai sempre uno qualunque perchè la meritocrazia in Italia ha un valore pari a zero!!!
Il materiale usato per rivestire la facciata della Grenfell Tower era l\’opzione più economica e infiammabile, per un risparmio di 2 euro al metro quadro. May sotto il tiro d\’una piazza infuriata: \”Vergognati, codarda!\”
Il dolore si accompagna ora alle polemiche, mentre la conta dei morti non è ancora definitiva e allo strazio si aggiunge la drammatica consapevolezza, che a tanti dei corpi rimasti intrappolati nell\’inferno della Grenfell Tower non si potrà mai dare un nome. Il materiale usato per rivestire la facciata del grattacielo era l\’opzione più economica e infiammabile, secondo quanto scrive il quotidiano britannico \’The Guardian\’. L\’azienda Omnis Exteriors, che aveva fornito il composto di alluminio usato all\’esterno dei 24 piani, ha riconosciuto che si trattava dell\’opzione più economica. Il direttore dell\’azienda, John Cowley, ha detto al giornale che si tratta di materiale chiamato Reynobond PE, che al metro quadro costa 2 sterline in meno rispetto a Reynobond FR, il quale è invece \”resistente al fuoco\”.
Secondo la ricostruzione del Guardian, a installare i pannelli comprati da Omnis è stata l\’azienda Harley Facades, mentre a gestire i lavori era un\’altra azienda, la Rydon, chiamata dal municipio di Kensington e Chelsea, perché l\’edificio era di proprietà dell\’ente locale: l\’obiettivo originario era di alloggiare le fasce di popolazione più povere, poi però (con alcuni cambiamenti legislativi) alcuni appartamenti erano finiti ai privati. Quelle 2 sterline al metro quadro sono costate la vita ad almeno 30 persone. Tra loro, la conferma è arrivata nella serata di ieri, ci sono anche Gloria Trevisan e Marco Gottardi.
La conferma: Gloria e Marco sono morti
Lei di Camposampiero in provincia di Padova, lui di San Stino di Livenza, Venezia. Fidanzati, entrambi di 27 anni e architetti: due giovani vite spezzate tra le fiamme. Con poche migliaia di euro i due ragazzi, e come loro le altre vittime, sarebbero salvi. I pompieri sperano che i decessi effettivi siano meno di 100. Oltre 70, dato aggiornato a ieri sera, i dispersi. La premier britannica, Theresa May, ha chiesto che venga condotta un\’inchiesta giudiziaria su cause e responsabilità dell\’incendio. I due fidanzati veneti abitavano al 23esimo piano, il penultimo dell\’edificio di North Kensington: 120 appartamenti affittati a basso costo rispetto altre sistemazioni della city, per un totale di 600 persone residenti. Lauree da 110 e lode, erano arrivati a Londra a inizio marzo per costruire insieme una vita migliore di quella che l\’Italia, fino al giorno della partenza, sembrava potergli offrire. \”Londra sembrava la \’terra promessa\’. Volevano cercare un lavoro che li gratificasse, per essere indipendenti e anche per dare un contributo alle famiglie – racconta Maria Cristina Sandrin, avvocato della famiglia Trevisan – In Italia la cifra massima che Gloria poteva trovare sul mercato era di 300-400 euro. E\’ uno dei classici cervelli in fuga\”. La notte del rogo, Gloria e Marco si sono accorti di quanto stava accadendo e hanno chiamato i parenti. Intorno alle 3 le televisioni avevano iniziato a trasmettere le immagini in diretta. Da una parte del telefono i genitori, dall\’altra i figli: \”Mamma, mi sono resa conto che sto morendo. Grazie per quello che hai fatto per me\”. E mentre il mondo guardava dietro uno schermo il fuoco ingoiare il palazzo, la cugina di Gottardi, Pamela Pizziolo, scriveva su Facebook: \”Se qualcuno li avesse visti mi contatti il prima possibile. Non ho loro notizie dalla scorsa notte e i loro telefoni sono spenti\”, postando una foto dei due sorridenti.
Theresa May contestata: \”Vergognati, codarda!\”
E dopo quelle del rogo assassino di mercoledì, si alzano a Londra fiammate di protesta. Solo che questa volta sono fiamme che rischiano di incenerire il governo della premier Theresa May, azzoppato dalle elezioni una settimana fa e adesso sotto il tiro d\’una piazza infuriata. \”Vergognati, codarda!\”, le hanno urlato contro ieri quando si è decisa, dopo due giorni di nascondino, a presentarsi fra la gente del quartiere colpito, ai margini di North Kensington, nel centro d\’aiuto improvvisato nel complesso della chiesa di Saint Clements. Gente che, di fatto, l\’ha cacciata via nel giro di pochi minuti, inveendo e lanciando quel che capitava a tiro. La rabbia di strada si è consumata lì, nella zona della sciagura, di fronte al municipio del Consiglio locale di Kensington and Chelsea – borgo londinese del lusso, ma non solo – controllato come il governo di Sua Maestà, da un Partito Conservatore sempre meno saldo in sella. Ad animarla, famiglie disperate dei molti inquilini della torre-trappola che vengono ancora indicati come \’dispersi\’ e dal popolo degli altri caseggiati meno fortunati. Hanno sfogato la loro frustrazione contro la sede municipale, presa d\’assalto da centinaia di dimostranti, fino all\’intervento della polizia e all\’arresto di uno dei più esagitati. E infine contro la malcapitata May, alla quale non é bastato annunciare lo stanziamento di 5 milioni di sterline di aiuti dopo una riunione interministeriale ad hoc, né visitare in fretta e furia alcuni dei 24 feriti in ospedale.
Elisabetta e William sul luogo del disastro
Quelli stessi dimostranti, poche ore prima, avevano invece accolto con rispetto la regina, arrivata in visita in mattinata con il nipote William, anche ad ascoltare, fuori da ogni protocollo, le urla di dolore di una donna. Elisabetta e il principe di Cambridge hanno incontrato i vigili del fuoco e i volontari del servizio di sicurezza, i residenti e la comunità. La regina ha elogiato \”il coraggio\” dei soccorritori che hanno affrontato il fuoco e \”l\’incredibile generosità\” delle tante persone che stanno aiutando i feriti e le loro famiglie.