\’\’E\’ stata un atto di grande valore simbolico e politico la decisione del Parlamento europeo di ospitare nel suo cuore, nell\’emiciclo, il meeting di Flare, il primo network delle associazioni civili impegnate nel sociale a combattere le organizzazioni criminali internazionali, dedicato alla lotta alle mafie, alla promozione della legalita\’, alla protezione e ai diritti delle vittime delle mafie e dei testimoni di giustizia e delle loro famiglie\’\’. E\’ quanto afferma Gianni Pittella, vicepresidente vicario del Parlamento europeo.
\’\’Nel mio intervento di saluto – prosegue Pittella – ho voluto sottolineare come nella storia della costruzione europea, gia\’ i padri fondatori, come Altiero Spinelli, hanno condotto battaglie importanti perche\’ la cittadinanza fosse il cuore di questo progetto e con essa il diritto dei cittadini di sentirsi tali su tutto il territorio dell\’Unione europea, oltre le frontiere. L\’Unione europea come grande spazio senza frontiere, spazio di liberta\’, di sicurezza e di giustizia, dover potersi muovere portando con se\’ i propri diritti, essendo sicuri e protetti e potendo godere del pieno accesso alla giustizia ovunque in Europa. Per questo la lotta alle mafie e per la legalita\’ e\’ e deve continuare ad essere una priorita\’ per l\’azione dell\’Unione europea e per i Paesi membri: perche\’ senza sicurezza, senza liberta\’, senza giustizia non vi e\’ cittadinanza possibile\’\’.
\’\’Il Parlamento si e\’ battuto sin dall\’inizio perche\’ l\’Unione si dotasse di strumenti efficaci per la cooperazione tra le magistrature e tra le forze di polizia, consapevole che le mafie sono un fenomeno transnazionale che richiede politiche e strumenti transnazionali – continua il vicepresidente del Parlamento europeo -. In oltre dieci anni molti sforzi sono stati fatti, con molte difficolta\’ e molte esitazione, perche\’ la sicurezza e la giustizia sono settori sensibili nelle prerogative nazionali, di cui gli Stati non condividono volentieri. Eppure abbiamo faticosamente messo in comune un pezzetto di questa sovranita\’ per dare piu\’ forza all\’azione dell\’Unione: abbiamo istituito Europol, Eurojust, abbiamo varato strumenti importanti come il mandato d\’arresto europeo o le decisioni quadro sul congelamento dei beni e sulla creazione di squadre comuni di investigazione. Sono stati passi importanti ma non bastano: occorre che l\’Unione dia il colpo di reni e divenga attore a pieno titolo nell\’azione di contrasto e nella promozione della legalita\’ e dei diritti delle persone\’\’.
\’\’Ora e\’ il momento per questo salto di qualita\’, per il quale e\’ essenziale il ruolo del Parlamento europeo, dei parlamenti nazionali, degli attori locali e della societa\’ civile, delle persone – aggiunge Pittella -. E\’ tempo perche\’ proprio in questi giorni celebriamo il primo anno dell\’entrata in vigore del Trattato di Lisbona, che da\’ al Parlamento europeo pieni poteri legislativi anche nel settore della cooperazione giudiziaria e di polizia e che rende vincolante la Carta dei diritti fondamentali dell\’Unione europea e ci chiama ad un ruolo attivo di promozione di quei diritti e di quelle liberta\’ e, con essi, della legalita\’ in tutto lo spazio europeo.
Dobbiamo quindi \’\’imbracciare\’\’ il nuovo trattato e i nuovi poteri per uno scatto di reni su tre versanti: 1. la condivisione delle informazioni e delle analisi tra forze dell\’ordine e magistrature, per avere una chiara valutazione dell\’entita\’ e dei caratteri dei fenomeni criminali, con il supporto di Eurojust, di Europol, del nuovo COSI – Comitato per la sicurezza interna e del SitCen, il Situation Center.
Direi che piu\’ che verso un modello alla Wikileaks, dobbiamo andare verso un modello Wikilex, cioe\’ definire per legge un modello europeo di scambio di informazioni; 2. Definire strumenti legislativi efficaci per rendere piu\’ rapida l\’azione investigativa e operativa comune e per promuovere la cultura della legalita\’, per tutelare i testimoni e le vittime della criminalita\’: penso ad esempio ad una direttiva europea sulla confisca dei beni della criminalita\’ e sul loro riutilizzo a fini sociali, che la Commissione ha in programma gia\’ per il 2011, su cui il Parlamento lavorera\’ per definire un testo avanzato che tenga conto del ruolo delle autorita\’ locali e degli attori sociali. Penso ad uno strumento che definisca una tutela uniforme per le vittime della criminalita\’ e per i testimoni di giustizia, dentro e fuori dal procedimento. Penso all\’Ordine europeo di Protezione, che il Parlamento ha approvato e che potrebbe consentire alle vittime di violenza criminale – se i governi lo vareranno – di muoversi nello spazio europeo portando con se\’ la propria misura di tutela. Penso al potenziamento delle squadre investigative comuni create nel 2000 e mai utilizzate, alla creazione in futuro di una Procura europea, alla defnizione di sanzioni comuni contro reati gravi quali la corruzione, il traffico di esseri umani, ma anche ad iniziative specifiche sulle ecomafie, su cui l\’Unione non si e\’ ancora attivata a sufficienza\’\’.
\’\’Infine, e non da ultimo – sottolinea Pittella, in mertito al terzo versante d\’azione -, il sostegno materiale e politico agli attori locali attraverso il sostegno alle buone prassi nazionali, alla loro messa in rete, ad azioni di formazione, di sensibilizzazione, di mediazione culturale e sociale nei quartieri difficili, ad azioni di promozione dello sviluppo e dell\’occupazione, azioni di sostegno alle vittime.
L\’unione si deve attivare attraverso i fondi strutturali, ma anche attraverso i programmi quadro dedicati ai diritti fondamentali e cittadinanza e alla cooperazione giudiziaria e di polizia\’\’.