Intervista all\’imprenditore calabrese e testimone di giustizia che ha denunciato il racket e ora candidato
\”Ho ricevuto minacce e intimidazioni dalla criminalità organizzata perché ho denunciato i boss. Per anni ho cercato di cambiare un sistema di corruttela da membro della cosiddetta società civile. Ma il tempo della semplice testimonianza non basta più\”. E\’ Pino Masciari, imprenditore calabrese e testimone di giustizia che ha denunciato il racket, a spiegare perché si è candidato al Senato per il M5S nel collegio uninominale Piemonte 1 di Settimo.
In queste ore un organo di stampa ha parlato di una sua condanna per omicidio colposo, a seguito di un incidente sul lavoro di un dipendente dell\’azienda di cui lei era titolare, emessa dalla Corte di Appello di Catanzaro il 29 gennaio 1998. Cosa ha da dire su questa vicenda?
\”La mia fedina penale è pulita, come confermato dai certificati penali e dei carichi pendenti che ho pubblicato sul mio blog. La vicenda, dolorosa, scaturisce da un processo per il quale non ho avuto notizia e nel quale non mi sono potuto difendere: si è celebrato e concluso mentre ero nel regime di protezione speciale ed in località protetta, dopo aver denunciato le cosche calabresi. Non mi sono sottratto alle mie responsabilità, anche se ingiuste. E ho accettato le conseguenze di una sentenza discutibile, provvedendo a risarcire in toto la parte civile. A seguito di ciò ho ottenuto la totale riabilitazione con un provvedimento del 18 dicembre 2012 del Tribunale di Torino, come risulta dal certificato. Per me, il rispetto della legalità, va messo sempre al di sopra di tutto ed è un principio cardine della mia vita\”.
Da quanti anni è testimone di giustizia?
\”Tutto cominciò circa 21 anni fa, nella notte tra il 17 e il 18 ottobre del 1997. Squillò il videocitofono: erano i carabinieri con macchine e furgoni. Dovevamo lasciare la nostra casa e i nostri affetti. I miei due bambini, uno di due anni, e la sua sorellina, di un anno, dormivano e dopo averli avvolti nelle coperte, siamo andati via. Lasciando i nostri ricordi e i nostri amici. Fu un salto nel vuoto. Dopo diverse ore di viaggio in auto, ci ritrovammo in aperta campagna, in un casolare della Pianura Padana, vicino a noi c\’era solo un cimitero che distava un chilometro e mezzo. La nostra vita fu segnata in modo indelebile. Eravamo due professionisti, mia moglie aveva uno studio da medico dentista avviato ed io ero un imprenditore edile con un centinaio di operai. Avevo cantieri anche in Germania. Per i successivi 13 anni non ho potuto neanche pronunciare il mio nome e non ho nemmeno potuto esercitare il mio diritto di voto: il buio più totale. Ho subito diversi attentati. I miei figli non hanno avuto un\’infanzia normale. Abbiamo denunciato per ottenere il rispetto dei cittadini e dei loro diritti, ma abbiamo visto i nostri calpestati. Sono ancora sotto scorta\”.
Qual è la prima legge che presenterebbe, se eletto il 4 marzo?
\”Una normativa che consenta di ridurre drasticamente i tempi della giustizia. Nel programma del M5S sono inseriti molti punti per la promozione della legalità e la lotta alle mafie, come ad esempio potenziamento dell\’utilizzo delle intercettazioni, comprese quelle informatiche, e la modifica del 416 ter sul voto di scambio politico-mafioso\”.
Sui provvedimenti di lotta alla mafia, in parlamento, voterebbe insieme a qualunque forza politica?
\”La legalità non ha colori, né casacche. D. Cosa pensa dello scandalo dei rimborsi dei parlamentari 5 Stelle? R. Chi non ha rispettato gli elettori, non potrà inficiare il nome del M5S. Le mele marce ci sono ovunque e sono già state individuate. E presto saranno fuori dal MoVimento\”.