Pino Masciari: \”Su 409 comuni della mia terra, 409 sono a rischio inondazione: un dato che non solo allarma e preoccupa, ma intristisce. Quante risorse buttate in opere a volte inutili, in cattedrali nel deserto che i cittadini forse non utilizzeranno mai, e quante risorse invece potrebbero essere utilizzate per rendere sicura questa terra così martoriata. Usiamo i fondi per proteggere i cittadini da frane ed alluvioni, monitoriamo costantemente la quantità di risorse necessarie al bene della gente, e la Calabria avrà la possibilità di rifiorire\”.

\"\"(ASCA) Catanzaro: \”Impiegare al piu\’ presto i fondi dell\’accordo di programma per dare inizio ad un\’azione seria e completa di prevenzione per evitare di rincorrere le emergenze\’\’. Lo sostiene Legambiente. \”I tragici eventi di questi giorni confermano ancora una volta la grave situazione emergenziale in cui versa la Calabria con ben 409 i comuni calabresi a rischio, ossia il 100% del totale. E\’ necessario impiegare i fondi dell\’accordo di programma quadro tra Ministero dell\’Ambiente e Regione, non solo per rincorrere le emergenze ma soprattutto per un serio programma di prevenzione che ponga definitivamente fine a tutto questo\’\’. Cosi\’ Francesco Falcone, direttore di Legambiente Calabria ha commentato i tragici eventi alluvionali che in questi giorni hanno colpito la regione.

Secondo il dossier di Legambiente, Ecosistema Rischio 2010, infatti, l\’83% dei comuni ha abitazioni nelle aree golenali, negli alvei dei fiumi o in aree a rischio frana, il 42% delle amministrazioni presenta addirittura interi quartieri in zone a rischio, mentre il 55% ha edificato in tali aree strutture e fabbricati industriali, con evidente pregiudizio non solo per l\’incolumita\’ dei dipendenti ma anche per eventuali sversamenti di prodotti inquinanti nelle acque e nei terreni.

Ancora, nel 26% dei casi sono presenti in zone a rischio anche strutture sensibili, come scuole e ospedali. Dati poco confortanti arrivano anche sul piano della mitigazione del rischio idrogeologico che – secondo il dossier di Legambiente – e\’ praticato in modo complessivamente positivo soltanto dall\’11% dei comuni calabresi. Preoccupante anche la situazione delle delocalizzazioni: solo nel 13% dei casi sono state avviate iniziative di delocalizzazione di abitazioni dalle aree piu\’ a rischio e appena nel 6% dei comuni si e\’ provveduto a delocalizzare strutture industriali. Poco incoraggiante anche la situazione relativa alla pianificazione dell\’emergenza e all\’organizzazione della protezione civile locale: il 58% dei comuni ha predisposto un piano d\’emergenza con il quale fronteggiare situazioni di crisi come frane e alluvioni, ma solo il 32% delle municipalita\’ hanno aggiornato tale piano negli ultimi due anni, fatto estremamente grave giacche\’ disporre di piani vecchi puo\’ costituire un pesante limite in caso di necessita\’. Come se non bastasse appena il 22% dei comuni si e\’ dotato di sistemi di monitoraggio per l\’allerta tempestiva in caso di pericolo di alluvione o frana.

\’\’Nella totalita\’ dei comuni calabresi, classificati a rischio dal Ministero dell\’Ambiente e dall\’UPI, siano quotidianamente esposte a rischio frana e alluvione almeno 185 mila persone – ha aggiunto Falcone. E\’ per questa ragione che bisogna uscire da una mera logica emergenziale e utilizzare i 220 milioni di euro dell\’accordo tra la Regione Calabria e il ministero dell\’Ambiente per efficaci interventi di prevenzione del rischio\’\’.

Una risposta

  1. Giovanna Pace ha detto:

    Caro Pino, niente di più vero.. Cio’ che ha distrutto la ns terra è la politica a stampo mafioso, e me ne assumo le responsabilità di quello che dico.
    Il libro è splendido… letto, riletto e regalato ad amici. Un dato mi intristisce: è una rarità trovarlo nelle librerie calabresi.. io acquisto da internet.. bisogna far circolare la cultura, l’anti-mafia deve partire da quello.
    Ci sentiamo presto.

    Continua così, un abbraccio a tutti voi,salutami marisa. Con affetto

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