Chi e perché ha permesso che la piazza centrale di Nicotera, paese del vibonese, si trasformasse in una pista di atterraggio per un elicottero con due novelli sposi a bordo? È questa la domanda alla quale vuole dare una risposta la Procura della Repubblica di Vibo Valentia che ha aperto un’inchiesta su quanto avvenuto al termine di una cerimonia nuziale.
Mercoledì scorso, verso il tramonto, un elicottero è atterrato nella piazza di Nicotera, transennata per tre ore, e ne sono scesi due sposi che avevano voluto festeggiare il sì pronunciato poche ore prima, andando a fare le foto alle Eolie. Ad attenderli gli invitati nei loro eleganti vestiti. Ed a rendere ancora più glamour la cerimonia, la presenza di alcune auto di lusso.
Una scena che sembrava essere tratta da un film ma che invece era reale. E per questo i carabinieri della Compagnia di Tropea hanno avviato i primi accertamenti segnalando il caso alla Procura vibonese dove ilprocuratore facente funzioni Michele Sirgiovanni ha aperto un fascicolo formale nel quale ancora non figurano nomi di indagati. «È un fatto gravissimo» è stato il suo commento.
I carabinieri hanno già sentito il sindaco Franco Pagano, il comandante della polizia municipale ed il responsabile dell’ufficio tecnico. Ai militari, il sindaco ha spiegato chenessuno ha autorizzato l’atterraggio.Ha riferito inoltre di avere saputo che era giunta una richiesta per l’uso del campo sportivo come area per fare atterrare un elicottero ma che della pratica si doveva occupare l’ufficio tecnico. Ed in effetti, in questa vicenda ancora da chiarire: pare che la partenza per le Eolio sia realmente avvenuta dallo stadio, ma il rientro no. Adesso, gli investigatori sentiranno altri dirigenti comunali e, probabilmente, il pilota del velivolo per capire cosa sia successo.
Ma in un paese in cui il Comune è stato sciolto due volte – nel 2005 e nel 2010 – per infiltrazioni mafiose e dove si attende la decisione del Governo su una nuova relazione fatta dalla commissione d’accesso nominata dal Prefetto di Vibo Valentia il primo febbraio scorso, gli investigatori intendono chiarire anche chi sia lo sposo, Antonio Gallone, un operaio 31enne, arrestato nel 2011 mentre innaffiava una piantagione di canapa indiana, e capire se possa avere legamicon i Mancuso, potente famiglia di `ndrangheta attiva nella zona. In paese c’è chi dice che sia imparentato con loro, circostanza però che, al momento, non avrebbe trovato conferme. Un altro aspetto da chiarire.