Che le mafie si siano infiltrate ovunque, in ogni ordine e grado istituzionale del paese lo ripetiamo da anni e mai un dito è stato mosso e quando a dirlo, senza giri di parole è Franco Roberti, il Procuratore Nazionale Antimafia, non c\’è che da credergli. Alle dichiarazioni del Procuratore Roberti hanno fatto seguito quelle di Vincenzo Musacchio, Presidente dell\’Osservatorio Antimafia del Molise che ha confermato quanto sempre maggiore sia la presenza delle mafie nel Molise, terra che sino a qualche anno fa era \”speranzosamente\” immune da questo cancro. Pino Masciari nel merito ha dichiarato:
\”Sono anni che mi sgolo nel dirlo ma sembra che nessuna voglia ascoltarlo, la trattativa Stato-Mafia che non è un romanzo di qualche anno fa ma una amara realtà, ce lo dimostra! Proprio ieri con la morte dell\’agente \”faccia di mostro\” si è riaperto il capitolo buio Stato-Mafia ma sono in pochi a darne credito, vogliono farci credere che lo Stato non si piegherà mai al potere mafioso ma non è così, sono decenni che lo Stato è piegato perchè ovunque non vi sia la presenza dello Stato, quello vero, è la mafia lo Stato! Ovunque abbiamo corruzione, politici con le mani in pasta, istituzioni giuridiche, amministrative e politiche che operano sempre più alla luce del sole in barba alle leggi senza che niente si possa o si voglia seriamente fare per contrastarle. Sono anni che lotto contro le istituzioni, pensavo o meglio mi illudevo che con le condanne derivate dalle mie denunce avessi chiuso un capitolo doloroso della mia vita ed invece no, non solo non si è mai chiuso ma si è dolorosamente inasprito e mi trovo a dovermi difendere dall\’attacco di quelle istituzioni per le quali ho messo a rischio la mia vita e quella della mia famiglia. Proprio le istituzioni mi stanno togliendo tutto, la vita stessa mi viene \”succhiata\” lentamente facendoci cadere in un isolamento sociale e lavorativo che non porterà a niente di buono. Se è vero, e penso che lo sia, che lo Stato si sia consegnato alle mafie, allora è così che le mafie mi stanno facendo pagare il conto per aver smascherato le loro collusioni e connivenze!
Di seguito l\’interessante quanto doloroso e reale resoconto del Presidente dell\’Osservatorio Antimafia del Molise, Vincenzo Musacchio:
Pochi giorni fa il Procuratore Nazionale Antimafia nella sua relazione annuale sulla criminalità organizzata e sul terrorismo ha puntualizzato alcuni aspetti che in pochi hanno letto e in pochissimi hanno visto in tv e nei telegiornali. A tal proposito, come presidente dell’Osservatorio Regionale Antimafia del Molise, vorrei tornare sull’argomento. Franco Roberti ha detto, senza mezzi termini, che la mafia ormai si è infiltrata in tutti i gangli vitali dello Stato italiano.
Tutte le amministrazioni pubbliche, da nord a sud, non sono immuni dal rischio d’infiltrazione. La ‘ndrangheta ormai è presente in tutta la penisola e la gran parte dei Comuni ormai è alla mercé delle mafie. Tutto ciò che è pubblico, dagli appalti, ai bandi, alle sovvenzioni, alle concessioni è in maniera diretta o indiretta condizionato dalla criminalità organizzata. Le mafie ormai hanno legami stretti con le massonerie, con i servizi segreti, con la politica nazionale e locale. In conferenza stampa con i giornalisti, il procuratore Roberti ha affermato che non c’è più nessun territorio in Italia che non sia infiltrato dalle mafie. Ha parlato anche di territori ad alto rischio quali la Puglia e le regioni a essa limitrofe (quali ad es. il Molise).
Se così fosse, e non ho ragione di mettere in dubbio le parole del Procuratore Nazionale Antimafia, questo significa solo una cosa: la resa incondizionata dello Stato. Come mai c’è questa sconfitta? In primis perché non sono mai stati adottati gli strumenti necessari per far fronte a questa emergenza e ritengo che non si vogliano neanche adottare. Mancano le persone, gli apparati, le leggi, sembra quasi che tutti si siano rassegnati a convivere con la malattia e pur sapendo che potremmo sconfiggerla ci lasciamo morire abbandonandoci alla stessa. A questo punto non riesco più a comprendere se questo stato di cose stia bene anche a tanti italiani. Di una cosa però sono certo: a me non sta per niente bene! Di questa situazione a dir poco catastrofica, la cosa che più mi meraviglia e che se n’è parlato poco o nulla, come a dire: “che ci possiamo fare ormai questo è e questo ci teniamo”. I giornalisti che parlano di questi temi ormai si contano sulle dita delle mani e far pubblicare notizie di questa tipologia nei giornali italiani diventa un’impresa titanica.
La forza delle mafie nel frattempo aumenta soprattutto, dove lo Stato non è presente. Più aumenta il disagio sociale, più le mafie acquistano consenso. Mafiosi, criminali, politici, imprenditori e amministratori pubblici in molti casi trovano accordi convenienti per tutti pur di non pestarsi i piedi. Far emergere queste collusioni è compito dei cittadini ma soprattutto dei giornalisti liberi che dovrebbero essere uno degli antidoti più potenti per il veleno mafioso.
A proposito di lotta alle mafie, non dimentichiamoci mai il monito di Paolo Borsellino: “Se la gioventù le negherà il consenso, anche l’onnipotente e misteriosa mafia svanirà come un incubo”. Allo stesso tempo non bisogna mai dimenticare neanche il fatto che in cinquantotto giorni la mafia ha eliminato i suoi più irriducibili nemici, senza che nessuno si sia opposto, senza che nessuno abbia tentato di evitarlo. E da qui che lo Stato deve ripartire se vuole recuperare la sua credibilità ormai inesorabilmente persa.