Lupara bianca in provincia di Como. Nuovo blitz contro la \’ndrangheta da parte della Dda di Milano, che ha eseguito 19 ordinanze di custodia cautelare in carcere per altrettanti presunti affiliati accusati di aver partecipato a ben quattro omicidi commessi in Lombardia tra il marzo 2008 e l\’aprile dell\’anno dopo. A consentire agli inquirenti di far luce sui delitti, tra i quali un\’esecuzione avvenuta nel 2009 all\’interno della Masseria di Bregnano, è stato Antonino Belnome, residente a Inverigo in via Delle Fontanelle e considerato a capo del locale di Giussano. «Il fatto che un elemento di vertice come Belnome abbia deciso di arrendersi allo Stato e rendere una reale e leale collaborazione – è stato il commento del pm antimafia Ilda Bocassini – è un importantissimo punto di partenza ed evidenzia una crepa all\’interno dell\’organizzazione».
Organizzazione che non manca di dimostrare tutta la sua violenza, anche con delitti di lupara bianca, omicidi cioè di cui sono stati fatti sparire i corpi. È il 27 aprile 2009 quando al maneggio La Masseria di via Carcano a Bregnano, di proprietà di Salvatore Di Noto, viene ucciso nel corso di una finta cerimonia di affiliazione Antonio Tedesco, detto l\’americano. I killer individuati dagli inquirenti, sulla scorta delle dichiarazioni di Belnome – e non solo – sono: il proprietario del maneggio, Salvatore Di Noto, Sergio Sestito, Maurizio Napoli e Antonio Carnovale. La condanna a morte sarebbe stata ordinata direttamente dalla Calabria per impedire che l\’allora capo della locale di Giussano, Antonino Belnome appunto, potesse vendicarsi personalmente. La colpa di Tedesco? L\’essersi vantato di essere stato con molte donne, tra cui la sorella del neo pentito di Inverigo. Lo hanno seppellito nella calce, in una buca scavata nel capannone dietro al maneggio di via Carcano, Antonio Tedesco. Quindi, dopo pochi mesi, hanno trasportato i resti nel cimitero della \’ndrangheta, in un campo a Bernate Ticino. Resti ritrovati il 18 ottobre dello scorso anno.
Abitavano a Capiago Intimiano e a Calco, invece, alcuni degli assassini di Carmelo Novella, il vecchio capo della Lombardia, la cupola regionale della \’ndrangheta, freddato su ordine dei boss calabresi il 14 luglio 2008 a San Vittore Olona. Sotto accusa, per quel delitto, lo stesso Belnome (reoconfesso), Cristian Silvagna di Capiago, Amedeo Giuseppe Tedesco di Calco, Michael Panaija, Antonio Carnovale e Luigi Tarantino.
Di lupara bianca si sarebbero poi macchiati alcuni dei componenti della locale di Mariano Comense, già arrestato la scorsa estate dalla Dda: Rocco Cristello e Claudio Formica, entrambi di Mariano, i quali assieme al neo pentito Belnome, al lecchese Domenico Tedesco, a Leonardo Prestia, Massimiliano Zanchin e Francesco Elia sono accusati di aver ammazzato, il 29 marzo 2009 a Bernate Ticino, Rocco Stagno, il quale era emerso aver pianificato in precedenza il delitto di Francesco Elia, sventato per l\’intervento degli inquirenti. Infine Belnome ha permesso di arrestare altre tre persone per il delitto di Rocco Cristello a Verano Brianza nel marzo 2008.
tratto da La Provincia