(Catanzaro) Quarantasette indagati, 29 dei quali coperti da omissis e 18 raggiunti da invito a comparire. L\’inchiesta della Dda di Catanzaro su alcuni appalti del Comune di Catanzaro e sulle infiltrazioni della \’ndrangheta, ha subito un\’accelerata e potrebbe riservare ulteriori sviluppi. Tra gli indagati raggiunti da invito a comparire figurano imprenditori, presunti affiliati a cosche della \’ndrangheta del crotonese e del reggino, dirigenti del Comune, consulenti esterni dell\’Ente, un avvocato ed anche un vice prefetto. Pesanti le accuse ipotizzate, a vario titolo, nei loro confronti: associazione mafiosa, concorso esterno in associazione mafiosa, falso, truffa, turbata liberta\’ degli incanti, abuso d\’ufficio corruzione, rivelazione di segreti d\’ufficio, favoreggiamento. Uno stretto riserbo vige sui nomi coperti da omissis. Gli interrogatori cominceranno martedi\’ prossimo davanti al pm Gerardo Dominijanni e saranno l\’occasione per gli indagati di fornire le loro spiegazioni rispetto a quanto contestato dall\’accusa. Le indagini, condotte da Digos e squadra mobile, sono state avviate nel 2006 e vertono sui lavori di rifacimento di Corso Mazzini, la principale via di Catanzaro, nei quali, secondo l\’accusa, si sarebbero infiltrate la cosca Arena di Isola Capo Rizzuto e i Mazzagatti-Rustico-Polimeni di Oppido Mamertina (ReggioCalabria). L\’obiettivo dell\’associazione, secondo l\’accusa, era acquisire il controllo delle attivita\’ economiche a Catanzaro e Simeri Crichi, un centro vicino il capoluogo, e l\’acquisizione delle forniture di beni e servizi negli appalti. Dalle indagini sarebbe emerso che nel corso dei lavori su Corso Mazzini, realizzati dalle imprese Lobello e Torchia, che secondo l\’accusa erano referenti delle cosche, sarabbero state commesse una serie di irregolarita\’ in qualche modo \’\’sanate\’\’ o non evidenziate da funzionari comunali e da tecnici esterni incaricati del collaudo.
Fonte: ANSA
Sono le cosche che Pino ha avuto il coraggio (organizzato!) di denunciare.