Custodia di un piccolo arsenale di armi clandestine e detenzione illecita di sostanze stupefacenti. Sono queste le accuse che hanno portato, nella giornata di ieri, gli agenti del Commissariato di Polizia di Palmi, diretto dal vice questore aggiunto Diego Trotta, ad eseguire un\’ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal Gip Paolo Ramondino, nei confronti di Rocco Alvaro, 35 anni, di Sinopoli (già detenuto), del fratello Nicola Alvaro, 29 anni, e del cognato Giuseppe Vitalone, 24 anni, sempre di Sinopoli.
L\’approfondimento dell\’indagine, coordinata dalla Procura della Repubblica di Palmi diretta dal procuratore capo Giuseppe Creazzo e rappresentata dal Pm Sandro Dolce, era partito lo scorso 20 dicembre all\’indomani dell\’arresto di Rocco Alvaro. «Questo – ha spiegato nel corso della conferenza stampa il dott. Creazzo – è il brillante risultato ottenuto grazie all\’approfondimento investigativo condotto dalla Polizia di Stato, che dopo il primo arresto non si è accontentata del risultato ma ha scavato molto più a fondo».
Sono stati infatti gli uomini agli ordini del vice questore Trotta, delegati dalla Procura palmese, a voler approfondire le indagini «nel fondato convincimento – ha spiegato Trotta – che Rocco Alvaro potesse essersi avvalso di altri soggetti nella gestione e nell\’occultamento di quanto rinvenuto nel mese di dicembre scorso e allo scopo di svolgere ulteriori investigazioni sul contesto narrato, anche attraverso sofisticate intercettazioni, nella speranza che emergessero ulteriori responsabilità sulla gestione dell\’arsenale di armi detenuto dall\’Alvaro».
Il piccolo arsenale – rinvenuto durante una perquisizione presso l\’abitazione di Rocco Alvaro, poi estesa anche all\’area adiacente, che permise il rinvenimento all\’interno di un\’autovettura Ford Fiesta intestata al padre defunto Domenico Alvaro ma nell\’esclusiva disponibilità dell\’arrestato stesso e parcheggiata dinanzi la sua abitazione – era composto da armi da fuoco clandestine, parti di armi da fuoco, munizioni e droga: 3 pistole con i colpi nel caricatore; svariati caricatori e numerose cartucce per pistole e per armi da guerra del tipo Kalashnikov.
Ai tre destinatari della misura cautelare vengono contestati i reati di concorso in detenzione illegale di armi clandestine, parti di esse e munizionamento; concorso in detenzione illegale di un imprecisato, ma ingente, quantitativo di sostanza stupefacente del tipo cocaina e cannabis indica. Al momento, come specificato dagli inquirenti, non viene mossa l\’accusa di associazione di stampo mafioso, anche se sono in corso ulteriori accertamenti. Approfondimento che riguarda anche le armi che sono state sequestrate, tutte con la matricola punzonata, e che gli accertamenti balistici potrebbero far emergere eventuali usi in contesti criminosi.
A Nicola Alvaro e Giuseppe Vitalone viene anche contestato di aver, in concorso con Rocco Alvaro, di aver «illegalmente detenuto presso l\’abitazione di quest\’ultimo sita a Sinopoli, in aree non meglio individuate delle relative pertinenze della suddetta abitazione e all\’interno dell\’autovettura Ford Fiesta un involucro contenente grammi 214 di semi di cannabis indica, sottoposto a sequestro lo scorso 20 dicembre, nonché un imprecisato quantitativo di sostanza stupefacente del tipo cocaina».
Rocco Alvaro, è stato riferito in conferenza stampa, annovera precedenti per ricettazione e detenzione illecita di armi e munizioni ed è ritenuto dagli inquirenti gravitante attorno alla nota \’ndrina degli Alvaro, intesi \”Pajecu\”, operante nei \”locali\” di Sinopoli e Sant\’Eufemia d\’Aspromonte, con articolazioni territoriali in altre regioni d\’Italia. Anche Nicola Alvaro e Giuseppe Vitalone risultano già denunciati all\’autorità giudiziaria.
Dopo le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati presso la locale casa circondariale in attesa dell\’interrogatorio di garanzia.
tratto da La Gazzetta del Sud