Contrattavano un acquisto di armi per farle arrivare in Calabria ma sono arrivati prima gli investigatori della sezione criminalità organizzata della Squadra mobile. Che ieri, con quattro perquisizioni, hanno chiuso un’indagine coordinata dal pm Beatrice Ronchi della Dda di Reggio Calabria. L’operazione, ultima in ordine di tempo di una lunga serie, conferma la stabile presenza sotto le Due Torri di elementi vicini alle cosche della ’ndrangheta, che possono fornire appoggio anche ai boss, come nel caso del superlatitante Nicola Acri, catturato il 20 novembre dell’anno scorso a Borgo Panigale. Anche in questo caso, i personaggi finiti nel mirino degli inquirenti non sono considerati affiliati ma prossimi al clan, accondiscendenti con le richieste che giungono dalla terra d’origine e pronti a risolvere i problemi logistici nell’interesse della cosca di riferimento. L’indagine nasce da una costola dell’inchiesta ‘Vento del Nord’, con cui la Mobile tra il 2009 e il 2010 ha smantellato la presenza della famiglia Bellocco in territorio bolognese, mandando dietro le sbarre il capocosca Carmelo, nonché suoi parenti e sodali, poi condannati a cento anni di carcere.
GLI INVESTIGATORI hanno perquisito Bartolomeo F., detto Massimo, 40 anni, originario della provincia reggina ma residente a Gaggio Montano; Antonino A., 24 anni, residente in città in zona San Donato, e il fratello Raffaele, 30 anni, nato e residente in provincia di Reggio Calabria ma domiciliato presso Antonino; un quarto indagato, Antonio C., di 30 anni, non è stato rintracciato. Tutti devono rispondere di porto e detenzione abusiva di armi, con l’aggravante di avere favorito una organizzazione di stampo mafioso.
LA POLIZIA li ha ascoltati per mesi, mentre trattavano un importante acquisto di armi che dal Nord Europa doveva giungere nella punta dello Stivale, passando per le mani di un calabrese residente in Svizzera. L’affare è slittato più volte, finché la Dda di Reggio ha deciso di chiudere la partita intervenendo con le perquisizioni, che tuttavia hanno dato esito negativo. Né armi né esplosivi sono stati trovati nella disponibilità dei quattro. A dare avvio all’indagine è stata l’attenzione posta su Bartolomeo F., il cui nome era già comparso nel fascicolo ‘Vento del Nord’, senza che a suo carico emergessero elementi tali da giungere alla cattura. Secondo gli investigatori, tuttavia, l’uomo era presente alla riunione tenuta a Granarolo il 21 giugno 2009, nella quale Carmelo Bellocco aveva pianificato con i suoi familiari una sanguinosa vendetta nei confronti del clan detto degli zingari, stabilito nella provincia di Reggio Emilia. La guerra non iniziò perché gli agenti intervennero, arrestando Carmelo Bellocco e sequestrando un revolver.
Fonte: ilrestodelcarlino.it