La più potente e famosa delle cosche calabresi colpita al cuore. Ma non nel loro paese, San Luca. Dopo Duisburg la Ndrangheta infatti continua a farsi conoscere al di fuori del territorio italiano, questa volta con un omicidio eccellente. È stato ucciso, infatti, nella notte di venerdì scorso, Giuseppe Nirta di 52 anni, pregiudicato. L\’omicidio è avvenuto a Murcia, e secondo quanto riferito dai media spagnoli, la Guardia Civil ha raccolto la testimonianza di un cittadino spagnolo che ha allertato le forze dell\’ordine raccontando di aver assistito a un commando di uomini incappucciati che avrebbero agito con fendenti e armi da fuoco per uccidere il narcos della potente cosca di San Luca. Nirta è il figlio di Sebastiano, deceduto, il quale insieme ai fratelli Giuseppe (ucciso anch\’esso nel 1995 e suocero di Vincenzo Femia a sua volta assassinato nel 2013), Francesco (al quale gli fu ucciso il figlio Giuseppe nel 1986), Antonio (super boss celebre per essere diventato il paciere di diverse faide, deceduto per cause naturali nel 2015, per il quale le Istituzioni imposero i funerali blindati) e al cognato, per averne sposato una sorella dei Nirta, Francesco Codispoti hanno creato la cosca \”La Maggiore\” anche conosciuta come \”Scalzone\”.
Cosca di primissimo livello da sempre ritenuta la più potente di tutti i tempi storico mafioso, basta ricordare infatti il coinvolgimento della stessa nella strage di Capaci, nell\’omicidio di Aldo Moro, in faide e assassinii, nei più eccellenti sequestri di persona scritti nelle nere pagine della storia d\’Italia. E ancora in estorsioni, rapine, appalti ma sopratutto nel narcotraffico degli stupefacenti. Super boss, non boss normali, come Giuseppe Nirta, che fino al giorno che è stato ucciso veniva considerato il padre fondatore della Ndrangheta e probabilmente il più importante padrino di essa, Antonio Nirta che frenò guerre, come quella di Reggio Calabria, sanguinosa e cruente, Francesco e Sebastiano (padre della vittima in Spagna) che con il cognato Francesco Codispoti hanno gestito l\’anonimato sequestri. Ha sfornato i più potenti e carismatici boss che le procure d\’Italia abbiano mai giudicato, infatti oltre i fratelli Nirta, che con il cognato Codispoti hanno fondato la supercosca gestendo le gerarchie e i gradi della mafia calabrese (in primis la gestione del \”crimine\” la massima carica in seno alla Ndrangheta), la stessa annovera soggetti del calibro di Bruno Nirta, figlio di Giuseppe (tra i reggenti della cosca dopo l\’uccisione del padre), Antonio Nirta \”due nasi\” (implicato nell\’omicidio di Aldo Moro), dei Principi del sequestro di persona targato \”anonima\” come Giovanni Nirta (che quasi riuscì in un\’epocale evasione da un carcere di massima sicurezza), Giovanni Giampaolo, Antonio Giampaolo (arrestato nel 2001 in Venezuela dopo quasi vent\’anni di latitanza), Giuseppe Giampaolo (killer del medico chirurgo Gino Marino), del super boss Paolo Codispoti (che dopo aver scontato trent\’anni di carcere, perlopiu in regime di 41bis, uscì e iniziò insieme al cognato Giuseppe Marafioti un traffico di cocaina dal Sudamerica di migliaia di chili, tra i più importanti mai documentati dalla giustizia), Bruno Nirta di Sebastiano fratello della vittima dell\’omicidio avvenuto in Spagna. Tantissimi gli altri soggetti appartenenti a questa consorteria mafiosa che potrebbero arricchire questo elenco. Quasi tutti invece i consanguinei pregiudicati.
Solo nel 2013 la DDA scopri e smantello la banda (tra l\’altro \”soldati\” degli stessi Scalzone) che uccise Vincenzo Femia, genero di Giuseppe Nirta, e progettava l\’uccisione di altri cinque appartenenti alla supercosca, ideando la soluzione di far cadere la colpa su un\’altra ignara cosca. Il motivo? La paura della forza de \”La Maggiore\” cercando di indebolirla con una guerra inventata. Insomma la più potente e carismatica cosca della storia ancora una volta attaccata al cuore, che ha sempre ferocemente reagito agli omicidi subiti sterminando le cosche avversarie. Chi ha voluto mettersi contro? Perché? La Ndrangheta sta per vedere nascere una nuova faida? Gli investigatori spagnoli, insieme alle forze italiane e all\’interpool hanno avviato delicatissime indagini volte a sgominare gli autori di questo efferato omicidio e per sventare eventuali guerre di mafia.