Accusati di aver fatto affari con gli ultrà e di essere i mandanti di un tentato omicidio.
C’è anche l’associazione a delinquere di stampo mafioso tra i reati contestati a Saverio e Rocco Dominello, padre e figlio, condannati oggi a Torino nel processo “Alto Piemonte” sulle infiltrazioni della `ndrangheta nel Nord Ovest. Per Saverio la condanna è di 12 anni e 1 mese, 7 anni e 9 mesi quella per Rocco, ultrà della Juventus, accusato di aver permesso alla criminalità organizzata calabrese di inserirsi nel business del bagarinaggio.
Tra i numerosi filoni in cui si snoda l’inchiesta, infatti, oltre alle cosche, oltre alla droga, oltre alle ritorsioni, c’è il calcio. E gli interessi della `ndrangheta sulla vendita dei biglietti. Da tutto ciò Fabio Germani, il tifoso juventino che secondo la Procura avrebbe messo in contatto i Dominello con la dirigenza bianconera, ne è uscito pulito. Il gup Giacomo Marson l’ha assolto dall’accusa di concorso esterno in associazione mafiosa «perché il fatto non sussiste». «Lui si giocava la vita», commenta soddisfatto il suo difensore, l’avvocato Michele Galasso. «È stato massacrato, ma ora la verità è finalmente venuta fuori».
A testimoniare al processo era stato chiamato anche Andrea Agnelli, il presidente della Juventus – uscita pulita dalle indagini della procura di Torino – ora alle prese con il processo sportivo scaturito da queste vicende e per le quali rischia una squalifica. Agnelli aveva dovuto rendere conto dei suoi rapporti con Rocco Dominello. «Incontri leciti, alla luce del sole, come spesso accade tra un presidente di una squadra di calcio e il rappresentante di un gruppo ultrà», avevano sottolineato i legali del 41enne di Rosarno, Ivano Chiesa e Domenico Putrino. Che, davanti alla condanna per associazione mafiosa, annunciano appello. «È una pena esagerata», sostengono. «Non c’é nessuna prova a suo carico. Né per l’associazione mafiosa, né per il tentato omicidio, per il quale il padre si era preso tutta la responsabilità».
L’episodio risale al 23 luglio 2014, quando, nei pressi della piscina di Volpiano, Antonio Tedesco, autotrasportatore di San Benigno, era scampato per miracolo ad un agguato. Per i pm Paolo Toso e Monica Abbatecola, i Dominello sono i mandanti e il movente pare collegato alla gestione dei locali notturni e del circolo Harmony suite 229 di Brandizzo. Rocco si è difeso sino a questa mattina, quando, prima che i giudici si ritirassero in camera di consiglio, ha reso dichiarazioni spontanee. «Io con tutto questo non c’entro nulla. Non sono un `ndranghetista e mai lo sarò”. Una versione che non ha convinto i magistrati, che hanno mandato in carcere anche diversi esponenti delle locali di Santhià e Vercelli. Con i Dominello sono infatti stati condannati altri undici imputati, con pene tra i tre e i quindici anni di reclusione.
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