Fonte: Famigliacristiana.it – L’attentato è avvenuto a Caulonia, nella Locride. Un ordigno è stato fatto esplodere ieri pomeriggio davanti all’ingresso di un locale gestito dal Consorzio Goel. Il locale, che avrebbe aperto i battenti tra poche settimane, era destinato a laboratorio d\’inserimento lavorativo per gli immigrati rifugiati politici presenti nei progetti di accoglienza del Consorzio.
Goel, infatti, gestisce diversi interventi di assistenza per rifugiati e minori non accompagnati insieme con il Comune di Caulonia e altri Comuni della Locride. Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri mentre i responsabili della cooperativa – uno dei frutti più visibili dell’opera avviata dall’allora vescovo di Locri, monsignor Giancarlo Bregantini e oggi sostenuto con forza dall’attuale vescovo monsignor Giuseppe Fiorini Morosini – hanno subito dichiarato si sentirsi “ancora più motivati a continuare nel proprio percorso di legalità, giustizia sociale e sviluppo sostenibile”.
Il consorzio “continuerà con forza le attività di accoglienza degli immigrati, per sottrarli al controllo della malavita e guadagnarli all\’integrazione e allo sviluppo; incrementerà le attività di GOEL Bio (www.goel.coop/bio), per creare un mercato locale degli agrumi che premi gli agricoltori che si oppongono alla \’ndrangheta e ai torbidi mercati di sfruttamento; diffonderà nelle regioni settentrionali le iniziative di contrasto all\’infiltrazione criminale che da alcuni anni vengono portate avanti attraverso l\’Alleanza con la Locride e la Calabria contro la \’ndrangheta e le massonerie deviate (www.goel.coop/alleanza); persisterà a ignorare e disprezzare le regole non scritte che la \’ndrangheta impone a livello sociale ed economico”.
Tra i molti atti di violenza e di intimidazione che negli ultimi tempi si stanno succedendo in Calabria va ricordato quello subito, proprio il giorno di Natale, dalla comunità Progetto Sud, fondata a Lamezia Terme da don Giacomo Panizza. Davanti alla comunità, che ha sede in uno dei beni confiscati alle cosche, e che da 35 anni è un punto di riferimento per persone con disabilità, tossicodipendenti o malati di Aids, e per chiunque sia impegnato per rafforzare il tessuto sociale sui principi della legalità, è stato fatto esplodere un ordigno, mentre a don Giacomo Panizza sono arrivate esplicite minacce.