\"\"Gioia Tauro (Reggio Calabria). Avevano chiuso una strada pubblica con un cancello con sopra i cartelli \”strada privata\” e \”divieto di accesso\”. Un cancello che è stato però rimosso dagli agenti del Commissariato della Polizia di Stato di Palmi, diretti dal vicequestore Diego Trotta. Autori di questo gesto di appropriazione indebita di suolo pubblico, presunti affiliati alla cosca Alvaro di Melicuccà imparentanti con l’omonima consorteria di Sinopoli.

«Un episodio maturato in piento contesto ‘ndranghetistico» a detta dello stesso dirigente del commissariato palmese. A tracciare il profilo in particolare del più anziano degli indagati, è lo stesso Diego Trotta nel corso della conferenza stampa ospitata presso la sede della Procura della Repubblica di Palmi. Si tratta di Domenico Alvaro anni, 74 anni, detto \”Micu U Scagghiuni\”, «già in passato coinvolto in inchieste condotte dalla DDA di Reggio Calabria, arrestato nel febbraio di due anni nell’ambito dell’operazione \”Virus\” con cui è stato inferto un duro colpo alla cosca Alvaro».

Oltre al presunto capo dell’omonima ‘ndrina operante nel ”locale\” di Melicuccà, risultano indagati nello stesso procedimento anche la moglie Angela Alvaro (72); il figlio Carmine Alvaro (37) e Vincenzo Napoli (46). Nei loro confronti sono ipotizzati i reati di «modificazione dello stato dei luoghi pluriaggravata e continuata, deturpamento di cose altrui, invasione di terreni».

Domenico, Carmine e Angela Alvaro, in particolare, sono accusati di avere invaso la strada denominata \”Strada San Giorgio\” situata nel comune di Melicuccà, rendendola inaccessibile al proprietario dei fondi vicini ed a terzi con l’apposizione del cancello rimosso oggi. A Domenico e Angela Alvaro ed a Vincenzo Napoli, inoltre viene contestato di essersi impossessati anche di un altro tratto di strada, denominato \”Strada Caracciolo\”, situata nel comune di Seminara. In questo caso gli indagati avevano anche impiantato degli ulivi e realizzato un terrapieno.

Ad illustrare i risultati dell’operazione, scattata grazie alla denuncia del proprietario di uno dei fondi raggiungibili dall’arteria divenuta \”privata\”, oltre al vicequestore Diego Trotta, il Questore di Reggio Calabria, Carmelo Casabona, il Procuratore della Repubblica di Palmi, Giuseppe Creazzo e il procuratore aggiunto Emanuele Crescenti, titolare dell’inchiesta.

«E’ stato ristabilito lo stato di diritto» ha chiosato il Questore Casabona. «La giustizia ha fatto il suo compito, spiace, però, dover constatare – ha aggiunto Creazzo – che ancora una volta la giustizia si sia dovuta sostituire alla Pubblica Amministrazione nell’adempimento dei propri doveri».

articolo tratto da ReggioTV

Il video di CN24 è visibile a questo link.

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