Le affermazione del Procuratore capo di Reggio Calabria Cafiero De Raho non fanno una piega, è corretto dire che se la società sostiene lo Stato quest\’ultimo è più forte nella lotta alle mafie e non solo in quella, ma c\’è anche da sottolineare un dato di fatto che il Procuratore sicuramente sa ma che ha omesso di dire, che la società può sostenere lo Stato solo se si trova nelle condizioni di essere tutelata da quest\’ultimo. È inconfutabile il fatto che se uno Stato non garantisce l\’incolumità dei suoi cittadini ed in particolar modo di coloro che denunciano le mafie, se non ne garantisce una tutela sociale e lavorativa, se non ne restituisce quella giusta dignità umana e non gli si accanisce contro con burocrazia e vessazioni istituzionali di ogni genere, allora si che potrà contare sul sostegno della società, diversamente lo Stato verrà sempre considerato come il secondo nemico, dopo le mafie, dal quale difendersi!
“Chiesa e Stato devono essere indirizzati verso gli stessi obiettivi” dice Federico Cafiero De Raho, a capo della Procura di Reggio Calabria, ricevendo una menzione speciale del Premio Sepe, giunto alla sesta edizione, nell’ambito del convegno “Quale futuro per pensioni, disabilita’ e corruzione nel mondo del lavoro”. “C’e’ una presa di posizione molto forte della Chiesa contro la criminalita’ – ha affermato – chi e’ nella criminalita’ non e’ nella Chiesa”. “Questa scomunica che ormai viene proclamata in tutti i territori, anche in quelli della Calabria, della Sicilia, della Campania, la’ dove dominano le organizzazioni criminali – ha aggiunto – credo sia il segnale piu’ forte che si possa avere di rottura della societa’ rispetto alla criminalita’”. “Lo Stato e’ piu’ forte quando ha una societa’ attorno che lo sostiene – ha sottolineato – soprattutto quando la Chiesa, che con i suoi fedeli ha una macchina molto forte per il contrasto alla ‘ndrangheta, lancia messaggi cosi’ netti”. “Una volta vi erano dei criminali – ha proseguito – Pensiamo a Enrico De Pedis che addirittura nella famosa Santa Apollinare erano riusciti a ritrovare riposo”. De Pedis era uno dei componenti della banda della Magliana la cui salma era stata sepolta in Santa Apollinare, poi spostata. “Fatti di questo tipo – ha concluso – non se ne avranno piu’”.