\”Mai come in questi casi si avverte la sensazione di scollamento che c\’è ornai tra le Istituzioni e la gente comune. Lo dico senza voler fare polemiche a tutti i costi, ma è anche vero che alla luce di quanto successo oggi (la maxioperazione), e di quanto ho visto ieri…Mi trovo a dover dire che c\’è una disparità di percezione nelle Istituzioni.
Dico questo perchè ieri a Gioia del Colle, durante i miei incontri, non ho visto alcuna figura Istituzionale a parte i dirigenti scolastici. E\’ un peccato, perchè quando la gente mi chiedeva come mai non ci fossero dei rappresentanti istituzionali io non avevo risposte.
Naturalmente ben vengano le operazioni e i blitz, ma sarebbe bene che l\’attenzione fosse focalizzata anche sulla cultura dell\’antimafia, e non solo sulla repressione, perchè senza prevenzione la repressione sarà infinita ma inutile: se vogliamo vincere questa battaglia dobbiamo partire dai ragazzi e dalla cultura e insegnare loro la cultura della legalità\”.
Fonte: Corriere della sera – Una vasta operazione dei carabinieri del Comando provinciale di Cosenza è in corso per l\’esecuzione di decine di arresti contro i presunti appartenenti a cosche della \’ndrangheta operanti nella provincia e con diramazioni in altre regioni. Nell\’inchiesta sono indagate, complessivamente, 250 persone. Gli arresti sono in esecuzione, oltre che in Calabria, anche nel Lazio, in Lombardia ed in Veneto. All\’operazione partecipano 500 militari, oltre ad elicotteri e unità cinofile.
Autori e mandanti di numerosi omicidi ed attentati compiuti nell\’ambito di una guerra di mafia che ha viste contrapposte, tra gli anni 1999 e 2004, diverse cosche del Cosentino per il controllo delle attività illecite sul territorio, figurano tra le persone arrestate stamani nell\’operazione condotta dai carabinieri. Gli investigatori sono convinti di avere fatto luce anche su altri delitti, uno del 1979, uno del 1993 ed uno del 2008. L\’operazione, condotta dai carabinieri del comando provinciale di Cosenza e del Ros e coordinata dalla Dda di Catanzaro, ha consentito di disarticolare sette cosche attive nell\’area del Tirreno cosentino e nel capoluogo e con interessi in varie regioni.
Le cosche della \’ndrangheta del Cosentino sono riuscite ad infiltrarsi in numerosi appalti pubblici, soprattutto nella zona tirrenica. È quanto emerso dalle indagini condotte dai carabinieri di Cosenza e del Ros che hanno portato all\’operazione «tela del ragno» per l\’esecuzione di 63 ordinanze di custodia cautelare in carcere. Nell\’operazione sono anche stati sequestrati beni per 15 milioni di euro. Gli arrestati sono accusati di associazione mafiosa, omicidi, tentati omicidi, usura ed estorsione. In particolare sono stati ricostruiti 12 omicidi e tre tentati omicidi. Al centro dell\’inchiesta, coordinata dalla Dda di Catanzaro, ci sono le dinamiche criminali di Cosenza e del versante tirrenico della provincia, con la ricostruzione della maggior parte dei fatti di sangue avvenuti negli ultimi 30 anni di guerre di mafia. In particolare sono state colpite le cosche Lanzino-Locicero di Cosenza (subentrata a quella dei Perna-Ruà), Muto di Cetraro, Scofano-Mastallo-Ditto-La Rosa e Serpa di Paola, Calvano e Carbone di San Lucido, e Gentile-Besalvo di Amantea.