Nel corso del 2010, la Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro ha confiscato beni per circa 80 milioni di euro, mentre ne ha sequestrati altri per oltre 10 milioni. L\’ingente patrimonio, sottratto alla criminalita\’, comprende, tra l\’altro, diversi compendi aziendali, beni immobili, autovetture di lusso e conti correnti bancari.
\’\’Le tecniche investigative nel tempo affinate e le professionalita\’ impiegate, – si legge in una nota della stessa Dia – hanno consentito alla Direzione Investigativa Antimafia di Catanzaro di perfezionare un modulo operativo che, con sistematica continuita\’ e nell\’ambito di una piu\’ vasta ed articolata strategia, individua ed aggredisce i patrimoni criminali attivando, di volta in volta, i piu\’ efficaci strumenti normativi predisposti, negli anni, dal legislatore\’\’.
\’\’Un analogo impegno e\’ stato profuso nel contrasto dell\’infiltrazione mafiosa negli appalti pubblici. In tale contesto, – si legge ancora – sono state esaminate 63 imprese ed identificate 809 persone fisiche, tutte impegnate nella realizzazione di importanti opere pubbliche, quali l\’autostrada \’Salerno/Reggio Calabria\’, la cosidetta \’Trasversale delle Serre\’ e la \’statale 106 jonica\’\’\’.
La Dia ricorda anche l\’operazione antimafia, portata a termine nel maggio dello scorso anno, ulteriore troncone dell\’indagine denominata \’\’Terminator\’\’.
\’\’Questa ulteriore fase dell\’inchiesta – prosegue la nota – fece luce, tra l\’altro, sui mandanti e gli esecutori degli omicidi di Francesco Bruni senior (luglio del 1999) e di Antonio Sena (maggio del 2000), all\’epoca ritenuti tra i personaggi di spicco della ndrangheta cosentina. La loro eliminazione – emerse dall\’operazione – fu decretata dai \’\’maggiorenti\’\’ delle cosche avversarie, all\’epoca impegnati nel consolidare nuove alleanze, funzionali ad affermare la loro egemonia criminale sul territorio bruzio\’\’.
tratto da ASCA