\’Ndrangheta alla sbarra: dopo tre ore di camera di consiglio il collegio commina condanne per un ammontare complessivo di 85 anni. Il primo grado del processo «Bad Boys» si è chiuso alle 13 di ieri con 13 condanne e 3 assoluzioni; condannato sempre ieri mattina anche Antonio Lo Muscio (2 anni, 2 mesi e 20 giorni) il cui nome compare nell\’ordinanza di «Bad Boys» ma che, a differenza degli altri 16 imputati che hanno scelto il rito abbreviato, ha affrontato il dibattimento.
Il collegio presieduto da Adet Toni Novik ha quindi letto due dispositivi di sentenza a 30 secondi l\’uno dall\’altro. L\’accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso ha tenuto per 7 degli imputati: Vincenzo Rispoli, il boss, condannato ad 11 anni, Nicodemo Filippelli, condannato a 10 anni (assolto però dall\’accusa di usura), Emanuele De Castro, condannato a 8 anni, Fabio Zocchi, condannato a 9 anni, Antonio Esposito, condannato a 8 anni, Antonio Mancuso, condannato a 8 anni, Pasquale Rienzi, condannato a 7 anni. Per tutti gli imputati, inoltre, è stata riconosciuta anche l\’associazione a delinquere di tipo semplice.
Condannati anche Ernestino Rocca e Nicola Ciancio a 5 anni, Giorgio La Face a 3 anni e 8 mesi, Stefano Giordano a 3 anni e 6 mesi, Antonella Leto Russo a 2 anni e 8 mesi e Carlo Avallone a 4 mesi. Assolti Rita Vizza, Vincenzo Murano e Francesco Filippelli.
Il dispositivo, inoltre, identifica in Esposito, Giordano e Rienzi gli autori del tentato omicidio di Barbara Viadana, gambizzata il 3 aprile 2007 a Busto Arsizio mentre si trovava all\’interno dell\’agenzia immobiliare di via Roma intestata alla nipote Marzia, figlia di Emanuela Viadana che già era stata vittima di \”misteriosi\” attentati ai danni della sua agenzia immobiliare di Parabiago (Milano).
Le condanne sono state accolte nel silenzio più assoluto: gli imputati hanno ascoltato immobili in gabbia, così come i loro familiari sul fondo dell\’aula non hanno fatto un fiato. A sentenza pronunciata, mentre l\’aula d\’assise Falcone e Borsellino veniva liberata Rispoli ha mormorato: «Non hanno avuto il coraggio di assolvere perché c\’è l\’altro processo in corso», riferendosi ad «Infinito» altre grande procedimento alla \’ndrangheta nostrana in corso a Milano.
Lo stesso Rispoli ha poi baciato sulle guance Ernestino Rocca attraverso le sbarre delle celle detentive in aula prima da essere accompagnato in carcere, affatto turbato, dalla polizia penitenziaria. I difensori in aula hanno mugugnato pochi commenti; soltanto Francesco Margheriti, nel collegio difensivo di Rispoli, ha dichiarato: «Non posso entrare nel merito della sentenza adesso non conoscendone le motivazioni. Dagli atti in nostro possesso, non esiste alcuna associazione a delinquere di stampo mafioso e non capisco da dove derivino le condanne in questo senso. Non appena lette le motivazioni decideremo il da farsi, è probabile il ricorso in appello».
Il collegio ha rigettato infine le richieste delle cinque parti civili costituitesi in giudizio: sostanzialmente non erano gli imputati in questo processo ad aver direttamente cagionato un danno alle vittime. La figura di riferimento, in questo caso, è quella di Mario Filippelli, già condannato in primo grado con rito abbreviato a Milano con pena pari a 13 anni e 4 mesi. Al momento per lui è in corso l\’Appello.
articolo di Simona Carnaghi (La Provincia di Varese)