Fonte: Blitzquotidiano.it – Ha tentato di fuggire attraverso i tetti, Antonio Franzè, di 32 anni, arrestato dai carabinieri a Gioia Tauro dopo una latitanza di oltre un mese.
L\’uomo e\’ stato rintracciato nell\’abitazione di uno zio e quando ha visto i carabinieri ha cercato di fuggire, ma e\’ stato raggiunto ed arrestato.
L\’inchiesta nella quale e\’ coinvolto Franze\’, chiamata \’Meta 2010\’, ha consentito di individuare i componenti di un\’organizzazione criminale che operava in diverse localita\’ italiane e all\’estero, in grado di approvvigionarsi di ingenti quantitativi di cocaina direttamente dai cartelli colombiani produttori del narcotico e di importarli in Italia.
La droga veniva nascosta all\’interno di carichi di merce legale trasportata via nave o via aereo. La rilevanza del traffico di stupefacenti gestito dall\’organizzazione era emersa nel corso di una serie di sequestri compiuti prima degli arresti. Il 13 settembre del 2010 furono sequestrati 400 chili di cocaina dalla Polizia colombiana a Bogota\’, che avrebbero dovuto essere importati in Italia tramite un cargo aereo.
Una tonnellata di cocaina fu sequestrata il 12 novembre 2010 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma nel porto di Gioia Tauro, rinvenuti all\’interno dei telai di carrelli agricoli contenuti in un container scaricato da una nave cargo proveniente dal Brasile; 1.200 chili di cocaina furono sequestrati l\’8 aprile 2011 dal Nucleo Investigativo Carabinieri di Roma nel porto di Livorno.
L\’organizzazione era composta da un nucleo centrale di personaggi di origine calabrese riconducibili ad esponenti della \’ndrangheta i quali facevano capo al narcotrafficante Vincenzo Barbieri, ucciso a San Calogero (Vibo Valentia) il 12 marzo 2011.
I particolari dell\’arresto di Franze\’ sono stati resi noti nel corso di una conferenza stampa svoltasi nel comando provinciale dei carabinieri di Reggio Calabria. Il comandante, col. Pasquale Angelosanto, ha evidenziato che \’\’l\’ultimo anno e\’ stato denso di risultati positivi raggiunti da parte dell\’Arma dei carabinieri del Comando provinciale.
Operazioni, come per l\’inchiesta \’Crimine\’, di grande rilievo, che sono state possibili grazie ad un efficace modello operativo di analisi dei dati avviato proprio a Reggio Calabria\’\’.