Giro di vite contro il rischio di infiltrazioni criminali negli appalti pubblici. Lo chiede il Pd in Regione Lombardia: \”Le aziende che si aggiudicheranno una gara dall\’importo superiore ai 100 mila euro – propone Filippo Penati, vice presidente del Consiglio lombardo – siano obbligate a indicare un conto corrente unico sul quale far confluire tutti gli introiti dell\’appalto, dal pagamento dei dipendenti a quello delle imprese che lavorano in subappalto\”. Inserita in un progetto di legge, la tracciabilità delle partite di denaro legate ad appalti pubblici è una proposta che il Pd ha lanciato in vista della seduta di Consiglio di domani, dedicata proprio al tema delle infiltrazioni della \’Ndrangheta in Lombardia. \’\’Ormai è la Lombardia la nuova terra della \’Ndrangheta – aggiunge Penati -, tanto che rappresenta la quarta regione in Italia per beni confiscati. Ecco perche\’ bisogna fare massa critica, studiando anche strumenti che mettano sotto la lente d\’ingrandimento la trasparenza negli appalti. La nostra proposta di conto corrente unico va proprio in questa direzione\”. Il progetto di legge elaborato dal Pd, infatti, prevede che l\’impresa vincitrice della gara si \”avvalga di tale conto corrente per tutte le operazioni relative all\’appalto, compresi i pagamenti delle retribuzioni al personale da effettuarsi a mezzo di bonifico bancario bonifico postale o assegno circolare non trasferibile\”. Inserita anche una clausola per la rescissione dell\’appalto nel caso \”il titolare dell\’azienda aggiudicataria – si legge nel pdl – sia rinviato a giudizio per favoreggiamento nell\’ambito di procedimenti relativi a reati di criminalità organizzata\”. La proposta di legge prevede anche \”interventi di promozione della legalità nelle scuole – prosegue il consigliere Carlo Borghetti – il sostegno economico ai Comuni per l\’utilizzo ai fini sociali di beni confiscati alla mafia e la formazione professionale di operatori degli enti locali e della polizia locale\”.