(AGI) – Vibo Valentia, 26 giu. – \”Il taglio della scorta al magistrato della Dda Marisa Manzini e ad altri che al pari di lei sono quotidianamente impegnati nella lotta alla criminalita\’ organizzata e\’ la riprova che lo Stato, oltre a non voler combattere questo terribile fenomeno, vuole mandare al macello tutti coloro che quotidianamente lo combattono con i fatti\”. Ad affermarlo e\’ Pino Masciari, uno tra i piu\’ importanti testimoni di giustizia, dalla localita\’ segreta dove si trova con la sua famiglia da oltre 10 anni in continuo pericolo di vita per aver denunciato le cosche piu\’ pericolose della Calabria. \”Il 19 gennaio del 2005 – denuncia l\’ex imprenditore vibonese – ho presentato ricorso contro la revoca del programma di protezione al Tar del Lazio ed ancora non c\’e\’ stata una sentenza. Come se non bastasse, adesso a subire sono anche magistrati come la Manzini che stanno lavorando giorno e notte per liberare la Calabria dalle numerose cosche che non la fanno crescere. A questo punto non ci resta altro che andare tutti a Roma, dinnanzi al palazzo del Governo per protestare con tutti i mezzi, compreso lo sciopero della fame, l\’unica arma che ci resta. E a tale proposito – aggiunge Masciari – che sta ricevendo attestati di solidarieta\’ da tutto il Paese, c\’e\’ gia\’ l\’adesione non solo dei testimoni di giustizia, ma anche quella dei collaboratori e di numerose personalita\’ della cultura e dello spettacolo\”. (AGI) Red
Gli articoli della Stampa:
Lo Stato invitato a ripensarci
Dura reazione scorta tolta a PM Manzini
pino masciari e un grande merita apprezzamento da tutti non solo italiani ma chi anche solo avesse passato quello che lui ha sofferto ,dico solo continua cosi la criminalita va sconfitta e oggi lo stato e con noi,sto leggendo un tuo libro ,che mia figli di 17 anni ha parlato molto della tua storia ,ti ha visto di persona a scuola ,liceo linguistico di gozzano ,mi ha detto papa quell,uomo e cuor di leone .cordiali saluti buon natale a tutti voi .chiedo scusa :spero che lo stato sia con noi ce lo auguriamo