Il tribunale di Reggio Calabria ha emesso una nuova ordinanza di custodia cautelare per Domenico Gangemi, 64 anni, e Domenico Belcastro, di 48, accusati di associazione per delinquere di stampo mafioso, in particolare di essere stati rispettivamente il boss e il luogotenente della \’ndrangheta a Genova. Gangemi e Belcastro erano stati arrestati all\’alba del 15 luglio in esecuzione del maxi-decreto di fermo delle procure di Reggio Calabria e Milano che aveva portato 300 persone in prigione in tutta Italia. Ai due venivano contestati, nello specifico, incontri e conversazioni avvenuti a Rosarno e Siderno con i boss Michele Oppedisano e Giuseppe Commisso, risalenti all\’agosto del 2009, nei quali si palesava la loro appartenenza all\’associazione mafiosa. Dopo gli arresti, il gip Marina Orsini li aveva interrogati e trattenuti in carcere ritenendo esistenti i gravi indizi di colpevolezza a loro carico. I legali difensori di Gangemi e Belcastro, Maria Montemagno e Pietro Bogliolo, avevano fatto ricorso al Riesame di Genova chiedendone la scarcerazione, ottenendo pronunciamento negativo. Nel frattempo la procura di Genova ha rinviato gli atti a Reggio Calabria per competenza territoriale. Alla fine della scorsa settimana e\’ stata depositata la nuova ordinanza che dispone la custodia cautelare per i due presunti boss. I loro difensori hanno gia\’ presentato ricorso al tribunale del Riesame reggino sostenendo (come avevano fatto a Genova) che le intercettazioni ambientali su cui si imperniano gli arresti non sono state autorizzate dalle procure competenti e dunque sarebbero illegali.
Agi
Mi pare una lotta contro una montagna.
La società civile é lontana dall’ interessarsi al fenomeno mafie
Hai ragione..Anch’io spesso mi sento scoraggiata e ho l’impressione che non ce la faremo mai.
Tuttavia penso che se anche chi se ne interessa si arrende e smette di fare ciò che nel suo piccolo può fare, allora sì è davvero la fine!
Lotta contro una montagna o no DOBBIAMO CREDERCI!