Alla sbarra presunti affiliati alle cosche Arena e Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, traffico di stupefacenti, danneggiamenti, e reati in materia di armi, nonché di omicidio.
(Catanzaro) Ventisette condanne, di cui quattro all’ergastolo, e una sentenza di non doversi procedere per morte del reo per due persone, sono state chieste dalla pubblica accusa a carico di altrettanti imputati presunti affiliati alle cosche Arena e Nicoscia di Isola di Capo Rizzuto, coinvolti nell’operazione antimafia battezzata “Pandora”, portata a termine nel novembre 2009 dalla polizia di Crotone.
Nell’ambito dei giudizi abbreviati, celebrati dal giudice dell’udienza preliminare distrettuale di Catanzaro, il pubblico ministero Pierpaolo Bruni, ieri, ha concluso la propria requisitoria chiedendo di condannare: Antonio Astorino a 12 anni di reclusione; Pasquale Buonvicino a 4 anni; Salvatore Capicchiano a 18 anni e 1.000 euro di multa; Maria Greca Capicchiano a 6 anni e 1.000 euro; Paolo Corda all’ergastolo; Francesco Fazio a 12 anni e 1.000 euro; Luigi Foschini a 9 anni e 1.000 euro; Antonio Gualtieri all’ergastolo; Nicolino Grande Aracri a 7 anni; Radames Mancuso a 7 anni; il pentito Vincenzo Marino a 2 mesi in continuazione con precedenti contestazioni; Antonio Manfredi (33 anni) a 8 anni; Antonio Manfredi (39 anni) a 4 anni; Domenico Nicoscia (33 anni) a 12 anni; Salvatore Nicoscia all’ergastolo; Michele Nicoscia a 14 anni; Antonio Nicoscia a 16 anni; Domenico Nicoscia (49 anni) a 12 anni; Giuseppe Nicoscia a 4 anni; Giuseppe Paparo a 17 anni; Salvatore Procopio a 14 anni; Michele Pugliese all’ergastolo; Paolo Ricciu a 18 anni; Domenico Riillo a 8 anni; Dario Giuseppe Rosini a 8 anni; Sonia Lucia Rosini a 5 anni; Nicola Tornicchio a 10 anni. Nei confronti di Vincenzo Corda e Domenico Gaetano il pm ha chiesto il non doversi procedere per morte del reo. Le arringhe dei numerosi difensori si svolgeranno secondo un calendario che prevede udienza il 13, 16 e 18 maggio, ed infine il 3 giugno, poi la sentenza.
Nell’inchiesta, con la quale gli investigatori ritengono di aver fatto luce su un decennio di vita criminale sul territorio di Isola Capo Rizzuto, compresa la sanguinosa faida tra le famiglie Arena e Nicoscia, gli imputati sono stati accusati a vario titolo di associazione mafiosa, estorsioni, traffico di stupefacenti, danneggiamenti, e reati in materia di armi, nonché di omicidio. Per alcune delle persone coinvolte nell’operazione ed accusate di omicidio è già stato disposto il rito immediato davanti alla Corte d’assise di Catanzaro.
Gli omicidi su cui gli inquirenti ritengono di avere fatto piena luce sono stati compiuti tra il 2004 ed il 2006, e tra questi è compreso l’assassinio del capo dell’omonima cosca, Carmine Arena, freddato nell’ottobre del 2004 con un bazooka mentre si trovava a bordo della sua auto blindata.
Infine, lo scorso 8 novembre, al termine della normale udienza preliminare, quindici persone sono state rinviate a giudizio, ed il processo dibattimentale è in corso davanti al tribunale collegiale di Crotone.
tratto da Il Giornale di Calabria