\’Ndrangheta padrona della mia Terra. Ieri un efferato omicidio di stampo mafioso ha offeso per l\’ennesima volta la comunità calabrese. Ucciso il boss locale e la sua giovane moglie, orrendamente sfigurata dalle raffiche del kalashnikov dei sicari. In Germania arrestato un pericoloso latitante espressione delle cosche Sia, Procopio, Tripodi. Il mio comune, Serra San Bruno, commissariata per mafia.
La Calabria sta morendo nell\’indifferenza del Paese. Trattata da colonia, umiliata nelle speranze, offesa nella sua dignità: la Calabria muore ogni giorno. Io non me la sento di tacere. Sono in esilio ma voglio continuare a denunciare e a battermi per la mia Terra.
Dobbiamo denunciare e ribellarci insieme. Non possiamo arrenderci. Calabria LIBERA.
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Fonte: Il Quotidiano della Calabria – \’Ndrangheta duplice omicidio a Vallefiorita . Uccisi marito e moglie a colpi di kalashnikov. Trucidati all\’uscita dalla propria abitazione Giuseppe Bruno e la moglie Natasha. Lo scorso anno la \’ndrangheta aveva ucciso anche il fratello di Bruno, Gianni. Sul posto sono giunti i carabinieri di Catanzaro e di Girifalco che hanno avviato le indagini. I due sono stati trucidati a colpi di kalashnikov.
VALLEFIORITA (CZ) – Sono caduti sotto decine di colpi di kalashnikov, esplosi questa notte, Giuseppe Bruno, 39 anni, e la moglie, Caterina Raimondi, 29. La coppia stava uscendo dalla propria abitazione alla periferia di Vallefiorita, in provincia di Catanzaro, quando i killer hanno aperto il fuoco con l\’arma di grosso calibro. Sul duplice omicidio indagano i carabinieri del comando provinciale di Catanzaro, guidati dal colonnello Giorgio Naselli, insieme ai colleghi della compagnia di Girifalco.
Giuseppe era il fratello di Gianni Bruno, ucciso lo scorso anno sotto i colpi della ndrangheta. Giuseppe Bruno, potrebbe avere tentato di allargare il proprio ruolo nell’ambito della criminalità organizzata. È questa l’ipotesi investigativa su cui stanno lavorando i carabinieri del Reparto operativo provinciale di Catanzaro insieme ai colleghi della Compagnia di Girifalco, sotto la cui giurisdizione si trova il comune di Vallefiorita. Bruno sarebbe stato a capo del clan che controllava il centro del catanzarese, avendo preso il posto del fratello Gianni ucciso in un agguato tre anni fa. Ma l’uomo, sempre secondo l\’ipotesi che i militari dell’Arma considerano più attendibile, avrebbe tentato di espandere il proprio potere anche fuori dal paese, scontrandosi con altre cosche. Da qui la decisione di ucciderlo, mettendo in piedi un agguato in pieno stile mafioso, compiuto a colpi di kalashnikov e che non ha risparmiato nemmeno la giovane moglie del presunto boss.
Sono oltre trenta i colpi di kalashnikov sparati dai killer che hanno ucciso Giuseppe Bruno e la moglie, Caterina Raimondi. Bruno è stato raggiunto al torace, mentre la moglie è stata colpita al volto ed i proiettili l’hanno completamente sfigurata. Quando i carabinieri sono giunti sul posto, hanno trovato una scena raccapricciante, con macchie di sangue ovunque. Marito e moglie stavano salendo a bordo della loro automobile, una Toyota Rav4, quando almeno una persona si è avvicinata ed ha iniziato a sparare con un kalashnikov, trovato vicino ai corpi. Bruno e la moglie sono morti all’istante. Subito dopo il killer ha abbandonato l’arma vicino ai cadaveri ed è fuggito. Una persona che si trovava casualmente a passare nei pressi dell’abitazione dei coniugi ha notato i fari dell’automobile accesi, ma non si è fermata. Successivamente, facendo ritorno da un distributore di carburante, ha deciso di avvicinarsi alla Toyota ed ha scoperto il duplice omicidio. Successivamente sono intervenuti i carabinieri. Bruno, che era noto alle forze dell’ordine, era proprietario di un’agenzia di viaggi e gestiva un bar. Caterina Raimondi, invece, gestiva un negozio per la vendita di detersivi. La coppia era sposata da diversi anni, ma non aveva figli. Subito dopo l’omicidio i carabinieri hanno sentito numerose persone, tra cui anche amici e familiari delle due vittime. Gli investigatori stanno cercando di ricostruire gli ultimi spostamenti della coppia prima dell’agguato.
E\’ la Dda di Catanzaro a dirigere le indagini dei carabinieri sul duplice omicidio. Il Procuratore della Repubblica di Catanzaro e capo della Dda, Vincenzo Antonio Lombardo, ha evidenziato che «l\’obiettivo del duplice omicidio era Bruno, mentre la moglie è stata uccisa perchè presente sul luogo del delitto nel momento sbagliato. Nella zona di Soverato – ha aggiunto – dopo gli arresti compiuti c\’è un vuoto di potere negli ambienti della criminalità organizzata. L’unica cosa che si può dire è che molte vicende nascono sulla volontà di predominio da parte dei gruppi criminali della zona. Il predominio del monopolio delle estorsioni è ritenuto fondamentale. Speriamo di poter dare una risposta in tempi brevissimi anche sul duplice omicidio avvenuto a Vallefiorita».