\”Sono perfettamente d\’accordo con quanto dichiarato dal Sostituto Procuratore Bruni; senza azioni concrete si possono stilare tutti gli accordi e i protocolli di questo mondo, ma nulla si smuoverà veramente. I protocolli di intesa sono azioni lodevoli, ma chi come me è imprenditore sa che se alle idee non seguono i fatti, tutto rimane chiacchiera e lettera morta\”.
Così Pino Masciari dopo le parole del Sostituto Procuratore di Catanzaro, Pier Paolo Bruni.
Di seguito, la notizia.
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\”La stessa applicazione rigorosa della legge, destinata a quanti commettono reati di \’ndrangheta, dovrebbe esservi per quanti, a vario titolo, con la \’ndrangheta trattano e fanno affari. Altrimenti, sarà sempre difficile operare sulla cosiddetta zona grigia\”. Lo ha detto il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Pier Paolo Bruni – riporta un comunicato – ospite a Rossano del 68/mo caffé filosofico itinerante, promosso dall\’associazione Otto Torri sullo jonio. \”Gli imprenditori collusi – ha aggiunto Bruni – vanno allontanati, in tempo, dalle stesse associazioni, Confindustria in primis, senza attendere i definitivi gradi di giustizia. I protocolli di legalità non servono se mancano poi fatti e azioni concrete e coerenti\”. Al dibattito, moderato da Lenin Montesanto e con la partecipazione della giornalista emiliana Sara Di Antonio, autrice del libro \”Mafia, le mani sul nord\” ha partecipato il direttore di Confindustria Cosenza Sarino Branda. \”La \’ndrangheta – ha sostenuto Branda – non e\’ ovviamente un punto di dettaglio, così come suggerisce la provocazione di Otto Torri. Non è neppure etichettabile come questione antropologica. I calabresi non hanno nel loro Dna l\’essere \’ndranghetisti. Certo, e\’ innegabile una difficoltà forte nel distinguere tra Stato e antistato. Spesso non si sa esattamente con chi si ha a che fare. E\’ tuttavia tangibile l\’azione di prevenzione messa in campo dall\’associazione degli industriali che non fa soltanto proclami, ma accompagna spesso gli imprenditori a denunciare, in Procura e molto spesso in Prefettura\”.
Fonte: Telereggiocalabria.it