Tutti a giudizio gli imputati che hanno scelto di essere giudicati con il rito ordinario nell’ambito del procedimento “Epilogo”, che vede alla sbarra boss e picciotti del clan Serraino. La decisione è stata presa in serata dal Gup di Reggio Calabria, Tommasina Cotroneo, che non ha fatto sconti per i nove imputati. Tra questi Alessandro Serraino, Demetrio Serraino e Fabio Giardiniere, considerati dagli inquirenti i soggetti più influenti della cosca. Gli altri imputati ad aver scelto l’ordinario e ad essere stati rinviati a giudizio sono Antonino Alati, Maurizio Cortese, Nicola Pitasi, Giovanni Siclari, Francesco Tomasello e Pasquale Pitasi, per cui è stata chiesta una perizia medica.
Il Gup Cotroneo, dunque, ha rinviato tutti gli imputati al cospetto del Tribunale Penale di Reggio Calabria, con ordine di comparizione per il 21 novembre prossimo.
Il procedimento “Epilogo” scaturisce da un’operazione dei Carabinieri di circa un anno fa che andò a colpire, con ventidue ordinanze di custodia cautelare, uno dei casati storici della ‘ndrangheta reggina, la cosca Serraino, operante nei territori di San Sperato e Cardeto. I militari dell’Arma diedero esecuzione a un’indagine coordinata, fin dall’inizio, dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria, Giuseppe Lombardo.
Sul tavolo dell’accusa, oltre a una serie molto ampia di intercettazioni telefoniche e ambientali e di riscontri, frutto di attività di investigazione, vi sono anche le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia. Antonino Lo Giudice, Consolato Villani, Roberto Moio e Vittorio Fregona hanno infatti tracciato un quadro preciso e concordante delle attività illecite che il clan avrebbe messo in atto negli ultimi anni. Nelle scorse udienze, il Gup Cotroneo non ha ammesso delle nuove intercettazioni ambientali in cui vi sarebbero state ulteriori prove contro il clan, ma anche la dimostrazione di come alcune donne della famiglia Serraino avessero avviato delle “indagini” al fine di individuare e screditare il pentito Fregona.
Nel procedimento, oltre alla Regione Calabria e alla Provincia di Reggio Calabria, si sono costituiti come parte civile la ditta edile Restuccia, vittima di una tentata estorsione, e il giornalista Antonino Monteleone, cui alcuni presunti affiliati bruciarono l’automobile in seguito ad alcune affermazioni pubblicate sul blog personale. A schierarsi contro il clan Serraino, però, vi sono anche due Carabinieri che, nel corso delle indagini svolte, hanno subito pesanti minacce da parte dei componenti della cosca.
Inizierà invece il 9 gennaio del 2012 il processo per gli altri tredici imputati che hanno scelto invece il rito abbreviato che prevede, in caso di condanna, la riduzione di un terzo della pena. Si tratta di Domenico Daniele Caccamo, Giovanni Morabito, Sebastiano Pitasi, Domenico Russo, Francesco Russo (classe 1973), Francesco Sgrò, Antonino Barbaro, Ivan Valentino Nava, Francesco Russo (classe 1963), Felice Lavena, Antonino Pirrello, Salvatore Scopelliti e Anna Maria Teresa Adamo.
articolo di Claudio Cordova (Strill.it)