Sono 91 gli anni di carcere chiesti dal sostituto procuratore della Dda di Reggio Calabria Roberto Di Palma al termine della sua requisitoria nel processo \”Maestro\”. Il processo in ordinario, che si sta tenendo davanti al collegio del Tribunale di Palmi, vede alla sbarra 8 presunti appartenenti al potente clan Mole\’ di Gioia Tauro, nel Reggino, accusati a vario titolo di associazione mafiosa finalizzata al contrabbando di merce contraffatta dalla Cina. Il pubblico ministero ha chiesto per Antonio Albanese 14 anni di reclusione, 12 per il romano Angelo Boccardelli; stessa pena per Francesco Calipa; 10 anni di carcere sono stati invocati per Francesco Cosoleto e Rossella Speranza; 13 per il toscano Alessandro Giorgi; infine, 5 per l\’ex direttore della Dogana di Gioia Tauro Alfonso Fracchetti, accusato solo del contrabbando. Il processo \”Maestro\” nasce dall\’unione di due tronconi d\’inchiesta della Dda di Reggio Calabria: da una parte l\’indagine sul contrabbando al porto di Gioia Tauro a opera dell\’imprenditore in odor di mafia Cosimo Virgiglio, gia\’ condannato in abbreviato, e del defunto boss Rocco Mole\’, ucciso l\’1 febbraio 2008; dall\’altra, quella sul tentativo di acquisizione da parte del clan Mole\’, sempre sfruttando l\’opera di Virgiglio (pentitosi dopo l\’arresto), di un complesso alberghiero sito a Monte Porzio catone, in provincia di Roma.
Fonte: AGI