Il processo si è avvalso delle testimonianze determinanti dell\’imprenditore di Caselle, Mauro Esposito. La pena più alta, di 9 anni e 6 mesi, è stata inflitta a Vincenzo Donato. Tre gli imputati che sono stati assolti
Si è chiuso con sei condanne, a Torino, il processo San Michele sulle infiltrazioni della \’ndrangheta per il controllo di alcuni appalti pubblici. Processo che si è avvalso delle testimonianze determinanti dell\’imprenditore di Caselle, Mauro Esposito. La pena più alta, di 9 anni e 6 mesi, è stata inflitta a Vincenzo Donato. Gli altri condannati sono Luigino Greco (9 anni e 4 mesi), Pasquale Greco (3 anni), Ion Marian Lubine (5 anni), Nicola Mirante (9 anni), Giovanni Toro (7 anni). Mirante, Donato, Greco e Toro sono stati riconosciuti colpevoli di associazione mafiosa o, vario titolo, di concorso esterno. Assolti, invece, Gianluca Donato, Francesco Gatto e Ferdinando Lazzaro.«Sono contento della sentenza e confido sul prosieguo per i prossimi gradi di giudizio». Così a caldo, l\’imprenditore casellese Mauro Esposito, come riporta il sito di Repubblica. All\’imprenditore sono stati riconosciuti i danni che dovranno essere quantificati in sede civile e una provvisionale di 100 mila euro. La sentenza conferma che le segnalazioni di Esposito erano effettivamente fondate. «Ringrazio tutti i parlamentari che mi sono stati vicino, in particolare il senatore Stefano Esposito e il deputato Davide Mattiello, entrambi della Commissione parlamentare Antimafia».Mauro Esposito, architetto 51enne, nato a Ciriè e con una ditta a Caselle, la Me studio srl, aveva lanciato un appello alcuni mesi fa: «Chiedo aiuto al presidente della Repubblica – aveva detto – la mia vita personale, familiare e professionale sono state stravolte, distrutte». Dopo la denuncia, infatti, Esposito si era trovato con agenzia delle entrate e inarcassa che pretendevano il pagamento di oltre un milione di euro per non avere ottemperato a vecchi versamenti, negando una dilazione di quattro anni.