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Fonte: Levanteonline.net – Recentemente la rivista tedesca “Der Spiegel” ha pubblicato una breve inchiesta su quella che è la diffusione della ‘ndrangheta in Germania, i loro traffici di cocaina e alcuni “usi e costumi” dell’associazione criminale calabrese. La rivista tedesca ha incontrato un “illuminato” (categoria “rispettabile” nell’ambiente mafioso) nei pressi di Monaco di Baviera per discutere sull’effettiva diffusione e il reale potere della cosca nelle terre d’oltralpe. Carlo è il nome dell’intervistato che ha fornito numerose e interessanti notizie al giornalista: dai principali compratori, alle terre di importazione della droga fino all’importanza che rituali come meeting e matrimoni posseggono in seno all’organizzazione criminale.
Carlo aveva iniziato la sua “carriera” all’età di diciotto anni ed era un semplice autista e interprete per i vari boss che giungevano per “lavoro” in Germania. “Amburgo e Brema sono i porti principali” ha dichiarato l’illuminato che ora è diventato uno dei più importanti mediatori dei traffici tra Italia e Germania; così ha anche con precisione descritto il processo di compravendita della cocaina. «Noi operiamo come un’agenzia di scambi. Compriamo la merce, la otteniamo impacchettata, assoldiamo una compagnia di trasporto e paghiamo la dogana [da notare che paghiamo la dogana è da intendere in senso letterale, ovvero corrompono funzionari locali per evitare che la merce venga sequestrata n.d.a.]».

Un altro membro della ‘ndrangheta ha invece enumerato i costi effettivi dell’acquisto e della lievitazione del prezzo a causa di “costi particolari”. Il nuovo intervistato, Vincenzo (ovviamente anche lui membro della mafia), ha dichiarato di pagare un chilo di cocaina circa 1200 euro in Venezuela o Perù ma che “i costi una volta che il prodotto arriva in Calabria salgono a 17000 euro”; il prezzo finale al chilo varia tra i 27000 e i 32000 euro: la maggior parte del danaro è utilizzato per corrompere personalità varie per ottenere una transazione sicura.

Secondo i dati del BKA (Bundeskriminalamt-Ufficio criminale federale tedesco) la ‘ndrangheta calabrese è l’organizzazione mafiosa più forte ed è presente per lo più nel Baden-Württenberg, è ben organizzata tanto che non si occupa di vendere cocaina al dettaglio ma solo di smerciarla a grossi compratori locali. Quanto si senta potente lo dimostra questa intervista: “vogliono coltivare il mito dell’invincibilità” e non hanno paura di mostrarsi. Sempre attraverso le fonti delBundeskriminalamt si ottengono notizie sulle tre famiglie più potenti operanti nel territorio nazionale: i Farao, i Carelli e Romeo-Pelle-Vottari (per di più quest’ultima famiglia ha visto sei membri perire negli omicidi di Duisburg del 2007).

Ciò che colpisce dell’inchiesta del Der Spiegel non sono tanto i dati tecnici ma, quanto il fenomeno della mafia non sia oramai qualcosa di unicamente suditalico o italiano in genere. Sempre citando l’autorevole rivista è oramai dagli anni ’70 del ‘900 che la varie organizzazioni di stampo mafioso si stanno non solo espandendo all’estero ma anche “ripulendo”: gli investimenti immobiliari, l’educazione dei figli nelle scuole più prestigiose, i contatti con la politica, fanno sì che sia sempre più difficile colpire queste industrie dell’illecito che oramai stanno diventando delle vere e proprie multinazionali. Un esempio è dato dal caso Di Girolamo: eletto nel PDL, era stato accusato nel 2010 di aver “lavato” circa due miliardi di euro per conto della mafia e che sia stato eletto grazie ai voti degli italiani (quelli mafiosi ovviamente) all’estero.

In un’intervista sempre della rivista tedesca a Nicola Gratteri (ufficiale giudiziario dell’antimafia a Reggio Calabria) le cause di questa abnorme espansione dell’attività criminale denunciate sono sempre le solite: «I boss provvedono al lavoro, aiutano le persone a risolvere i problemi burocratici e reclutano il loro sangue giovane dall’esercito dei disoccupati e dei senza speranza».

Emblematico un messaggio inviato dal consolato USA a Napoli a Washington nel 2008: «No one believes the central government has much, if any, control of Calabria [nessuno crede che il governo centrale abbia molto potere in Calabria, ammesso che ne abbia]». Pensare alla mafia come un fenomeno locale o circoscritto a determinate compagini nazionali, è oramai da anni pura utopia.

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