Hanno tentato di estorcere denaro ad un’impresa di calcestruzzi, ma sono stati individuati e sottoposti a fermo dai carabinieri di Vibo Valentia. Si tratta di Carmelo Giuseppe Soriano, di 19 anni, di Filandari, già noto alle forze dell’ordine, Francesco Parrotta (27), di Ionadi, e Rinaldo Loielo (19), di Gerocarne. I tre sono accusati di tentata estorsione, estorsione e danneggiamento, tutti reati aggravati dalle modalità mafiose. L’inchiesta è nata nel maggio scorso, quando sono andati in fiamme alcuni mezzi della Vibo Calcestruzzi, società fallita e rilevata dalla Drusal Calcestruzzi di Lamezia Terme. Dalle indagini è emerso che intorno alla sede vibonese della ditta lametina, si muovevano alcuni affiliati alla famiglia dei Soriano, egemone nella zona. I carabinieri, in particolare, hanno notato la presenza del figlio di Gaetano Soriano, Carmelo Giuseppe, che si faceva accompagnare dal fratello della fidanzata, Loielo, o da Parrotta. I due, secondo i carabinieri, svolgevano la funzione di guardia del corpo e di simbolo del potere in crescita del giovane. Dopo avere piazzato alcune telecamere, gli investigatori hanno accertato che i tre si sono recati per giorni nella ditta intimando ai dipendenti di riferire ai titolari che dovevano pagare 10 mila euro subito e duemila ogni mese per evitare che l’incendio che aveva danneggiato i mezzi a maggio si potesse ripetere. Il gruppo, che si presentava anche tre volte alla settimana, per far capire ai titolari della ditta il loro potere, requisiva interi carichi di inerti depositati nei magazzini, prelevati a titolo di acconto sui futuri pagamenti. I giovani, che secondo i carabinieri si atteggiano a vera e propria banda mafiosa, per dimostrare la propria intelligenza e professionalità, costringevano le vittime a lasciare i cellulari all’interno degli uffici e ad uscire all’aria aperta per parlare e avanzare le richieste estorsive, lontano da orecchie indiscrete. Tutto ciò, però, è stato immortalato dalle telecamere piazzate dai carabinieri della Compagnia di Vibo che stanotte, insieme ai colleghi della Compagnie di Serra San Bruno, temendo la fuga dei tre, hanno deciso di intervenire, sottoponendoli a fermo di pg. I carabinieri hanno anche sequestrato due macchine usate dagli arrestati per recarsi nella sede della ditta. Nessun aiuto è venuto agli investigatori da parte delle vittime della tentata estorsione.
fonte: Il giornale di Calabria