Oggi nella sola provincia di Reggio Calabria, a causa del rischio infiltrazione mafiosa in alcune aziende, poiché vi erano riscontrati rapporti di parentela dei titolari o amministratori delle stesse con persone appartenenti alle cosche, ci sono stati venti provvedimenti di applicazione delle misure di prevenzione patrimoniali e altri quindici provvedimenti di sequestri e confische, nei confronti di altrettanti soggetti, per un valore complessivamente stimato in circa 4,5 milioni di euro.
Il lavoro dei magistrati e delle forze dell’ordine sta portando risultati quotidianamente. Dalle indagini emerge chiaramente che non c’è un singolo settore dell’attività imprenditoriale, della pubblica amministrazione, dell’amministrazione degli enti locali, che non risulti pervaso dalla ‘ndrangheta, dalle sue logiche di potere esercitate ovunque attraverso la pressante presenza dei suoi affiliati. Con un simile fotogramma della società è assai poco credibile pensare che vi siano imprenditori che non abbiano ricevuto pressione da parte della criminalità o che siano riusciti a sottrarsi ad essa senza gravi conseguenze. Emerge sempre forte invece l’immagine di una società collusa e connivente. Negarlo non serve a nessuno, se non alle organizzazioni criminali che vedono ulteriormente riconosciuto il loro potere intimidatorio.