Tre assemblee nelle scuole e una quarta in Comune, con la cittadinanza

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pomeriggio e sera di incontri
Incontravamo Pino al Maxwell, dove aveva appena terminato il secondo incontro della mattinata. Visibilmente scosso e provato dal doppio appuntamento. Dal dover aver dovuto rivivere per due volte le stesse rabbie e amarezze. Con lui c’eravamo noi del presidio “P.Impastato” e Valentina e Anna degli “Amici di Pino”, David (coll. Maxwell).

Pranzo informale in una tavola calda, dove Pino a subito legato con i titolari, famiglia Calabrese che per l’occasione aveva preparato un pranzo a base di gusti “di giu’…” (anche se Pino si lamentava che il piccante non era troppo piccante…).

Pranzo veloce,informale,all’insegna del dialetto calabrese per noi incomprensibile ma che lasciava sorrisi sul volto di Pino.

Alle ore 15,00 nuovamente al Maxwell,dove il gentilissimo preside ci ha riservato una saletta dove poter confrontarci con Pino. Raggiunti dai rappresentanti del collettivo Majorana. Un incontro diverso dal solito. Molto informale. E dove Pino non ha fatto il suo monologo raccontando la sua storia, ma nel quale si sono scambiate opinioni,punti di vista incertezze e dubbi. E dove Pino,col suo solito fare, non ha mancato di provocarci e farci aprire gli occhi.

Terminato l’incontro, al quale eravamo presenti circa in 15, abbiamo lasciato libero Pino di ritornare in albergo per rinfrescarsi e riposarsi, per poi ricongiungerci a lui alle ore 19,00 in una trattoria casereccia. Presenti in 12 in rappresentanza del presidio Impastato più Anna degli Amici. Splendida cena, in un clima rilassato e disteso più volte ribadito da Pino, che ha ripetuto spesso quanto gradisse l’informale compagnia. Cena che si è trasformata in un incontro, essendo partito in quarta con i racconti,le memorie (sempre precisissime), ed i ricordi. Risate e qualche lacrima. Ma in un clima davvero famigliare, in un atmosfera serena in cui abbiamo notato un po’ di serenità (per quanto possibile) sul volto di Pino. Alle 20,30, attraversata la strada, eravamo in piazza Camandona, nella nuova sala consigliare, alla presenza di Angelo Riggio, ex sindaco di nichelino, dell’attuale Sindaco Catizzone e dell’assessore al bilancio Marando e dal presidente del Consiglio Comunale. Introdotto dal buon Sarno, che lo presentava a dovere con la speranza che in un futuro prossimo anche Nichelino possa averlo come concittadino onorario, Pino iniziava il suo intervento, interrotto solo dagli applausi. Tra il pubblico,in incognito,altri assessori e consiglieri. Platea silenziosa ed attenta fino alle 23,15, quando dopo l’ultimo applauso Pino è potuto rientrare in albergo.

Enrico
mattina al Maxwell di Nichelino

Pino davanti a molti ragazzi sembra quasi a suo agio; si presenta come imprenditore, racconta di se, della sua vita in calabria, delle sue aziende, dei suoi affari che andavano a gonfie vele; sorride ricordando il suo sogno di ingrandire l\’impresa del padre entrando a far parte del mondo degli appalti pubblici.

Ma da lì in poi il suo volto smette di sorridere e si fa più cupo…comincia a narrare i suoi primi incontri con l\’\’ndrangheta nei cantieri quando andarono a trovarlo per chiedergli una percentuale sui guadagni oltre a favori che già ripetutamente avevano preteso in passato.

Pino fa una netta distinzione tra \”il braccio armato\” della \’ndrangheta calabrese e il \”potere politico istituzionale mafioso\”. Si rifiuta. Uno dei più grandi imprenditori della calabria sceglie di mettere da parte la paura per schierarsi dalla parte della legalità, della giustizia, dello stato…quello vero, quello democratico. Cominciano attentati, furti, un magistrato corrotto dichiara il suo fallimento nonostante l\’alto fatturato dell\’azienda.

Denuncia. Pino denuncia, e lo fa con la naturalezza di chi si sente cittadino democratico e per questo responsabile delle sorti del suo paese. Decide di chiudere l\’attività perchè lavorare così non era possibile e nel frattempo per non perder tempo si sposa con Marisa dopo quindici anni di fidanzamento. Ma da qui in poi il suo racconto è accompagnato dalle lacrime che a tratti scorrono sul suo viso ricordando \”la deportazione\”, \”l\’esilio\”, la fatica sua e dei suoi cari in questi anni di solitudine. Si sente abbandonato dallo stato, da quello stato che ha servito con coraggio e fatica ma nonostante tutto non perde la fiducia nelle istituzioni.
Tiene duro e continua a crederci anche quando non gli permettono di ritornare nella sua terra, quando gli revocano la scorta, quando \”lo condannano a morte\” comunicandogli la fine del programma di protezione. Pino, grazie al solido e silenzioso appoggio di Marisa e a quello ingombrante e tenero deli \”amici di Pino Masciari\”, non si scoraggia e continua a lottare.

Acquista visibilità, la sua storia diventa esempio di giustizia e legalità per molti ragazzi nelle scuole, nelle piazze e nelle assemblee a cui ormai continuamente è invitato. E lui racconta, racconta se stesso, la sua famiglia, la paura di Marisa, la solitudine di Francesco e Ottavia ma, allo stesso tempo, mostra la quotidiana consapevolezza di aver fatto la scelta giusta, la convinzione ormai consolidata che ne è valsa la pena, la responsabilità morale che sente nei confronti dei suoi figli e di tutti i ragazzi che incontra.
Grazie Pino per la tua voglia di metterti in gioco sempre, grazie agli amici di Pino che sostengono con impegno una famiglia rimasta sola e la loro battaglia prima silenziosa. In conclusione non mi resta che augurare un finale da favola a questo libro iniziato e non ancora finito…

Enza

 

16 Risposte

  1. marta ha detto:

    Cari Pino, Marisa, Francesco e Ottavia,
    tra pochissimi giorni sarete da noi a Chieri; Pino verrai nel mio liceo e non ne vedo l’ora….sto facendo di tutto perchè la nostra insegnante ci accompagni ad ascoltarti e,per me, a rivederti. Comunque sarò felicissima di trascorrere il resto della giornata in vostra compagnia e finalmente vedervi prendere la cittadinanza onoraria anche a Chieri.
    un abbraccio, a venerdì!!!!

  2. Elisa ha detto:

    Caro Pino, mi chiamo Elisa ed ero presente alla tua assemblea al maxvell. La tua storia mi ha colpita parecchio come a tutti i miei compagni credo… spero che tutta la tua famiglia possa riunirsi al più presto, che tu possa accompagnare i tuoi figli a scuola, lavorare e vivere serenamente con tutta latua famiglia.

    un bacione a te, Marisa, Francesco e Ottavia

    CIAO!!

  3. angela ha detto:

    ciao Pino sono contenta di sapere che tutto il Piemonte ti è vicino…io proporrei un’ unica cittadinanza onoraria per tutto il Piemonte e anche per tutta l’Italia…beh tutti vorrabbero un concittadino cm te…peccato solo che oggi sul giornale ho letto che nella città di Milano(città dove studio) non abbiano voluto concedere “l’ambrogino d’oro” a due persone come enzo biagi e roberto saviano,trovando scuse banalissime per non farlo…secondo me questi riconoscimenti dovrebbero essere apartitici, basarsi solo sui valori che queste persone rappresentano; e tu cm loro meriti questi tipi di riconoscimenti….
    un’abbraccio forte
    angela

  4. Francesca Tavone Masciari ha detto:

    Sì, grazie Pino, ma grazie anche a Marisa e ai ragazzi. Grazie perchè riuscite a sopportare ogni giorno una vita dura e incerta senza arrendervi!!
    Un abbraccio forte forte

  5. Omar Soriente ha detto:

    Credo fortemente in ciò che Pino e le persone come lui stanno perseguendo con tanto coraggio.
    Se tutti avessero anche solo la metà del senso civico di Pino la legalità e la giustizia sarebbero “UGUALI PER TUTTI”!

  6. Alcy ha detto:

    Quando mi sono coricata nel letto, ieri sera, pensavo a quanto sono fortunata.

    Con la mente ho rivissuto l’intera giornata trascorsa a Nichelino in compagnia di Pino e dei suoi amici: una lunga, ricca e fredda giornata (ma solo dal punto di vista meteorologico, sia chiaro!) Emotivamente ’stancante’, forse, per Pino soprattutto: numerosi incontri, tantissime domande, altrettante emozioni.
    Emozioni che non scordi, che ti entrano dentro prepotenti, e lo fanno per scalfirti. Per darti uno schiaffo. Per dirti che bisogna reagire e spronare chi tituba a farlo.
    E ti ritrovi così alla fine del giorno, sotto le coperte, a pensare. Pensare a tante cose, come spesso accade prima che ci si addormenti…
    Ho pensato agli occhi di Pino, che quando si racconta brillano davvero, lasciano trasparire la sua sete di Libertà, la sua voglia di vivere.
    Ho pensato a mio papà. A cosa sarebbe successo se si fosse trovato nella situazione di Pino quando io ero piccola.
    Ho pensato cosa potrebbe succedere se, un giorno, mio marito venisse da me per raccontarmi che qualcuno gli ha chiesto il pizzo.
    Ho pensato che il legame più forte che esista sia l’Amore, e che il rispetto per le scelte degli altri sia un elemento indispensabile per essere una Famiglia.
    Ho pensato che tutti i ragazzi dovrebbero avere la fortuna di incontrare Pino ed ascoltare le sue parole: non so come, ma ogni volta che racconta la sua storia si compie un piccolo miracolo. Cala il silenzio, gli occhi di tutti si sgranano…bidelli, bambini, mamme, sindaci.. impietriti, tutti, e ascoltano attentamente, vivono con lui il suo dolore e la sua rabbia. La sua voglia di fare cose normali. Cose alle quali noi non facciamo neanche più caso, che pensiamo siano scontate, come uscire con la propria moglie, vedere il proprio bambino correre, andare al compleanno dell’amico. Fare la spesa. Ricevere una cartolina. Telefonare alla mamma.
    Ho pensato che tutto questo un giorno sarà possibile per loro, sicuramente, e che noi dobbiamo aiutarli con tutte le nostre forze per far sì che accada nei tempi più rapidi possibili.

    Poi mi sono addormentata, ho sognato… e di tutto il loro dolore non c’era più traccia.

    Anna Masciari Alciati

  7. Federica ha detto:

    ciao pino, sono Federica, do you remember?? volevo sapere come stai, se va tutto bene, spero che ti sia piaciuta la lettera che ti ho scritto e ho letto quella sera alla sala del consiglio a nichelino,però volevo dirti che non la trovo su internet… spero mi risponderai, vorrei avere notizie, perchè dopo quella volta non ho più saputo nulla, non pensare male ma devi sapere che io alle persone mi affezziono molto e subito e certe volte vengo capita male… salutami tanto la tua famiglia e dai un forte abbraccio e un bacione a francesco e ottavia!!!

  8. Ciao Federica, sono Andrea di Torino. Posso solo dire che Pino ha parlato continuamente di te e ti tiene con se. Ora è prossimo a rientrare a casa, ma stai certa che come rientra sul pc si farà sentire. Spero di incrociarti un giorno dal vivo e soprattutto incrociarti ogni giorno qui sul blog 😀

    Un abbraccio e un bacio da un amico che ancora non ti conosce 🙂

  9. Federica ha detto:

    ciao Andrea! solo oggi ho letto la tua risposta, sono contenta che Pino mi abbia ricordato, e se magari lo vedi o lo senti digli che lo saluto, ci tengo tanto!! ma tu non c’eri quella sera a Nichelino? aspetto notizie!! ciao e grazie mille!!!

  10. Ciao Federica 🙂
    No, io non ho potuto essere con voi a Nichelino. Come lo sento porgerò a Pino i tuoi saluti, sarà contento.
    Buon week end!

  11. Federica ha detto:

    grazie ancora!!! spero che un giorno ci incontreremo per conoscerci!! ma quanti anni hai!? Te lo chiedo solo per sapere un po. io ne ho 18!! ok ciao!! 🙂
    :),:)!!!

  12. Federica ha detto:

    AH!! volevo dirti che ho trovato anche su myspace l’indirizzo di pino, non l’ho fatta a posta, non credevo che fosse anche li!!comunque gli ho chiesto se voleva assere mio amico, lui poi mi ha risposto dicendo di si!! va be!! spero di non trovarlo anche su messenger, o su netlog!! se no vi stresserei la vita!!! ciao ancora!!!

  13. Ciao Federica. No problem: ho quasi 37 anni.
    Pino è in rete da tempo, in ogni dove! 🙂
    Dovevi vederlo alle conferenze su Second Life! 😀

  14. Federica ha detto:

    ma come mai porti il cognome Masciari? sei un suo parente? sono una impicciona, non ci fare caso, se vuoi chiedere qualcosa me non ti fare scrupoli!! ti devo il favore, visto che ti chiedo tu chiedi me!! bè mi fa picere parlare con te, spero che un giorno ti becco on line su questo blog!! bye bye!!

  15. …bè sul blog cmq non c’è molta interattività. Però la tua domanda cade bene perchè permette di ripetere un passaggio che i nuovi amici di Pino non possono sapere: a inizio anno abbiamo fatto una campagna sulla rete per far compilare un modulo da presentare al Ministero degli Interni dove chiedevamo tutti di far aggiungere al nostro nome e cognome quello dei Masciari perchè ne riconoscevamo l’altissimo valore civile. Questi moduli li abbiamo consegnati al Viminale, nelle mani della D.ssa Ferraro, il 19 novembre 2007 (http://www.pinomasciari.org/files/dopo%20il%2019%20gennaio%202008/Chiamiamoci%20tutti%20Masciari%20-%20il%20Quotidiano%2024-01-08.jpg)

    Da quei giorni molti di noi si firmano in rete e su questo blog con il supercognome Masciari: non è obbligatorio, ci mancherebbe, ma chi lo fa lo fa con piacere, onorato e rispettoso soprattutto. Una volta che ci diciamo Masciari il nostro comportamento deve essere all’altezza e mi accorgo ora che te ne parlo che siamo diventati tutti un po’ migliori, perchè la lotta per pretendere il rispetto dei propri diritti che Pino e Marisa portano avanti da anni, ci ha insegnato il senso dello Stato e come i diritti si devono preservare o si perdono. E questo comporta il rispetto per se stessi e tutti gli altri attorno a noi… e questo è il miglioramento che avverto. Mannaggia! Sono eccezionali Marisa e Pino! Grazie!!! E grazie a te Federica per le domande.

  16. Federica ha detto:

    sei stato molto chiaro e soddifacente, quindi sarebbe onorare un nome che per voi è importante perchè la persona che lo porta è una persona che vi ha insegnato, come hai scrtto, il senso dello Stato e come i diritti si devono preservare se no si perdono. be io penso che sia anche una richiesta da parte di PINO, che magari lui non dice, ma lo fa capire quando racconta la sua vita alle persone, CHIEDE AIUTO, a noi, chiede di non farsi fregare da quelli che ci vendono la droga, ti non farti fregare da chi ti vuole fregare, tipo com’è successo a lui, lui ha avuto in quel momento la conspevolezza di quella risposta, IL “NO”, preparandosi a ricevere le conseguenze, ma lui non solo rifiutò, denunciò, è questo è stato un modo per far capire che IL “NO” significava che lui avrebbe rinunciato a vivere per far vivere, che non si sarebbe lasciato coinvolgere e questo è un grandissimo sacrificio, rinuncare alla propria vita. Anche quando nella lettera che ho scritto la frase:<>, bè io credo e lo ribadisco che ci sono poche persone che si esporrebbero allo stesso rischio, e io magari sono la prima, su questo ci metto la mano sul fuoco! ok! ho detto tutto!! spero di non averti annoiato!! ciao!! 🙂 🙂 :)!!!

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