Una manifestazione così imponente contro la \’ndrangheta, in Calabria, non si era mai vista. Almeno 40 mila persone, secondo gli organizzatori, hanno raccolto l\’invito del direttore del Quotidiano della Calabria, Matteo Cosenza, e sono scese in piazza a Reggio per gridare forte il loro «no \’ndrangheta», slogan dell\’iniziativa, al di là di ogni appartenenza. Perchè oggi, a Reggio, nonostante il tempo incerto, c\’erano proprio tutti: associazioni, movimenti, sindacati, ordini professionali, industriali, commercianti, chiese, scuole, centinaia di amministrazioni locali con i loro gonfaloni, circoli e coordinamenti di tutti i partiti politici, di ogni schieramento. E c\’erano anche tanti studenti, nonostante le scuole oggi non siano state chiuse come, di fatto, aveva suggerito il ministro dell\’Istruzione Mariastella Gelmini, che aveva autorizzato gli studenti a sfilare. Un corteo colorato e lunghissimo quello che ha invaso corso Garibaldi, il salotto buono della città. Quando i primi manifestanti sono arrivati in Piazza Duomo, la coda del corteo non era ancora partita dal luogo in cui era stato fissato il concentramento. Centinaia di palloncini colorati con lo slogan della manifestazione portati dai bambini, magliette bianche con la scritta «no \’ndrangheta» indossate dai ragazzi, tanti striscioni, musica, cori, ma nessun simbolo politico. Un serpentone colorato e gioioso, ma fermo nel ribadire l\’opposizione decisa della parte buona della società calabrese a quella \’ndrangheta che opprime e lancia minacce a destra ed a manca, senza tralasciare neanche la magistratura, identificata nella persona del procuratore generale di Reggio Calabria, Salvatore Di Landro, oggetto di pesanti minacce negli ultimi sei mesi, l\’ultimo il 26 agosto scorso con l\’esplosione di una bomba davanti la sua abitazione. E proprio all\’indomani di quell\’attentato è nata l\’idea di Matteo Cosenza di chiamare a raccolta la società civile. Di Landro, oggi, è stata l\’unica «personalità» a salire sul palco allestito in piazza Duomo e off limits per politici, sindacalisti e rappresentanti istituzionali. A parlare alla folla sono stati solo coloro che la \’ndrangheta la vivono sulla loro pelle e la combattono giorno dopo giorno, come l\’imprenditore che da otto anni vive sotto scorta per avere denunciato i suoi estorsori o i genitori del bambino di 11 anni, morto a Crotone dopo tre mesi di coma per essere stato ferito in un agguato che mirava ad eliminare un pregiudicato. E Di Landro, di fronte a quella folle imponente, quasi commosso dal lungo applauso che l\’ha accolto, ha lanciato un messaggio di speranza: «I have a dream, yes we can. Sì noi possiamo, vogliamo uscire dall\’oppressione mafiosa. Vogliamo una Calabria libera dai condizionamenti della paura, una Calabria e una società che si muovono sul terreno dei principi». Una speranza richiamata in tanti striscioni, come quello che ha aperto il corteo, «No \’ndrangheta, insieme per una nuova Calabria», ma anche su tanti altri: «Siamo liberi, siamo tanti, della \’ndrangheta siamo stanchi»; «esplode la nostra rabbia», con esplicito riferimento alla bomba fatta esplodere sotto casa di Di Landro; «via la \’ndrangheta dalla Calabria»; «c\’è una linea sottile tra il rialzarsi e subire. Cosa pensi di fare? Da che parte vuoi stare?». Ma non sono mancati neanche richiami alla realtà attuale, fatta di bombe, intimidazioni e collusioni tra criminalità e ambienti imprenditoriali e politici, come quello riportato su un altro striscione: «la \’ndrangheta è viva e marcia insieme a noi… purtroppo». In mezzo alla gente c\’erano anche politici e rappresentanti istituzionali, come i presidenti di Giunta e Consiglio regionali, Giuseppe Scopelliti e Francesco Talarico, ma la manifestazione, questa volta, non ha avuto bandiere. È stata della gente, accomunata dal desiderio di liberarsi dalla morsa delle cosche. «In piazza – ha detto, giustamente soddisfatto, Matteo Cosenza – c\’erano tante facce, c\’erano gli opposti, politicamente, sindacalmente, culturalmente, ma nessuno ha perso la sua identità. Oggi c\’è stata la consapevolezza collettiva che si può cambiare. C\’è qualcosa di nuovo nell\’aria».
fonte: Leggo
Non ho potuto essere fisicamente a Reggio Calabria, ma col cuore ero lì..e sono felice che la manifestazione abbia avuto un tale successo!
Spero fortemente sia il primo passo per un lento ma costante cambiamento!
Vicino col cuore e nello spirito!