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E\’ una bella notizia, Amici miei. Un altro duro colpo al clan dei Casalesi: l\’arresto del latitante Di Caterino, uomo di fiducia del boss camorrista Michele Zagaria, è la dimostrazione dell\’efficacia dell\’azione repressiva delle forze dell\’ordine e della magistratura.

Possiamo vincere la partita della Libertà. Possiamo sconfiggere le mafie. Quello che serve adesso è una forte mobilitazionedella società civile nei territori. Dobbiamo attaccare il consenso sociale delle mafie, colpendo duramente la loro macchina clientelare. Le mafie non creano lavoro \”vero\” perchè saccheggiano l\’economia reale del Paese. Il loro asse produttivo è basato sull\’illegalità dei traffici di droga, sull\’estersioni a danno delle piccole imprese, sulla devastazione dell\’ambiente. Non ci nascondiamo: senza una forte consapevolezza sociale, questa piovra non è facilmente annientabile.Dobbiamo provarci seriamente: c\’è in gioco la tenuta democratica del Paese. C\’è in gioco il nostro futuro. We care

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Fonte: AnsaNuovo colpo ai Casalesi, preso l\’ultimo latitante -E\’ Massimo Di Caterino, 40 anni, uomo di fiducia di Michele Zagaria. Il suo bunker in una doccia

CASERTA – Arrestato nel Casertano Massimo Di Caterino, reggente del clan del Casalesi. Il boss era l\’ultimo dei latitanti del clan ed e\’ stato scovato in un\’abitazione della frazione Sant\’ Andrea del Pizzone di Francolise, all\’interno della quale era stato realizzato un bunker nel box doccia. Addosso aveva una pistola calibro 7,65 e 10mila euro in contanti. Di Caterino è ritenuto uno dei più fidati luogotenenti di Michele Zagaria, il boss arrestato dalla Polizia di Stato a Casapesenna il 7 dicembre 2011, dopo 16 anni di latitanza.

Massimo Di Caterino, nato a Caserta 40 anni fa, è soprannominato \”pistuolo\”. E\’ ricercato dal 31 marzo 2010 perché destinatario di un\’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione mafiosa, estorsione e favoreggiamento personale, reati aggravati dall\’avere agito al fine di agevolare il gruppo Zagaria del clan dei Casalesi.

Nella casa con bunker si era nascosto per sfuggire alle forze dell\’ordine. Nell\’abitazione c\’era anche alla moglie del latitante.L\’abitazione era dotata di bunker ma anche di disturbatori di frequenze per rilevare apparati di intercettazione e telecamere esterne: dispositivi installati per l\’avvistamento delle forze di polizia.

Gli investigatori – che da diverse settimane avevano individuato il nascondiglio, uno dei tanti a disposizione del latitante dei Casalesi Massimo Di Caterino – sono intervenuti all\’interno dell\’abitazione, munita di video camere esterne, pedinando la moglie, Marianna Zara, che, infatti, si trovava insieme a lui al momento dell\’arresto. I poliziotti hanno trovato e sequestrato dispositivi per rilevare apparati di intercettazioni, una pistola calibro 7.65, munita di 2 caricatori con otto cartucce ciascuno, e 10 mila euro in contanti. Nell\’operazione che ha portato al suo arresto hanno preso parte circa 18 agenti della sezione di Casal di Principe. Il proprietario dell\’abitazione in cui aveva trovato rifugio il latitante, Massimiliano Iossa, di 41 anni, è stato arrestato con l\’accusa di favoreggiamento.

Dopo l\’arresto, Massimo Di Caterino é stato condotto dalla polizia nella sede della Questura di Caserta. All\’arrivo delle auto nel piazzale interno, i poliziotti presenti negli uffici si sono affacciati alla finestra applaudendo i colleghi della Squadra Mobile e gridando \”Bravi\”. Secondo quanto si è appreso Di Caterino non ha proferito parola quando è stato arrestato. Ad ammanettare l\’ultimo dei latitante del clan dei Casalesi – scovato dalla squadra mobile di Caserta in un\’abitazione con bunker nel box doccia e sistemi anti-polizia di Francolise, nel Casertano – è stato il vice questore aggiunto Alessandro Tocco, che dirige la sezione distaccata di Casal di Principe della squadra mobile casertana.

\”Voglio ringraziare le Forze dell\’ordine e la Magistratura per l\’arresto di un pericoloso latitante come Di Caterino e per il grande impegno quotidiano volto a ripristinare la legalità in territorio oppresso dalla criminalità organizzata\”, ha dichiarato il ministro dell\’Interno, Annamaria Cancellieri, che ha telefonato al Capo della Polizia Direttore Generale della Pubblica Sicurezza, Antonio Manganelli.

Le indagini che oggi hanno portato all\’arresto sono state condotte dalla squadra mobile di Caserta e dal distaccamento di Casal di Principe, rispettivamente guidati dai vice questori aggiunti Angelo Morabito e Alessandro Tocco, sotto il diretto coordinamento del procuratore aggiunto della DDA partenopea Federico Cafiero de Raho e del pm Catello Maresca.

 

 

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