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\”Un esercito di disoccupati, una situazione potenzialmente esplosiva che sarà difficili disinnescare se continuerà così.

Mentre i nostri governanti, insieme ai famosi tecnici, continua a parlare di default, spending review, eurobond e chi più ne ha più ne metta, i nostri giovani non hanno più nemmeno la possibilità di sognare un futuro.

Non ho detto un futuro migliore. Un futuro e basta.

La priorità non è il contenimento dei costi, la soluzione non sono le decine di eurovertici: bisogna dare risposte immediate sull\’occupazione, oppure qualcuno organizzerà quei 48 milioni di persone che da esercito triste potrebbe diventare esercito arrabbiato\”

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Fonte: AGI – La disoccupazione sale in Europa per colpa della crisi economica: secondo i dati dell\’Ocse, a maggio di quest\’anno i senza lavoro sono 48 milioni, pari a un tasso del 7,9%. Nell\’\’Employment outlook 2012\’ l\’organizzazione sottolinea che la cifra e\’ \”superiore di quasi 15 milioni rispetto alla fine del 2007 quando la crisi e\’ iniziata\”. A fine anno il tasso dovrebbe crescere all\’8% per poi scendere nuovamente al 7,9% nel 2013. La previsione e\’ peggiore nell\’area euro \”dove nei prossimi mesi dovrebbe aumentare ulteriormente prima di stabilizzarsi nel 2013\”. In particolare, stima l\’organizzazione, nell\’area euro il tasso di disoccupazione dovrebbe attestarsi al 10,8% nel 2012 e all\’11,1% nel 2013. ( A guidare la classifica europea e\’ la Spagna che quest\’anno tocchera\’ un livello di disoccupazione del 24,5% per poi crescere al 25,3% nel 2013. Segue la Grecia 21,2% nel 2012 e 21,6% l\’anno dopo. La Germania, secondo le stime Ocse, invece e\’ \’maglia rosa\’ con un tasso del 5,4% quest\’anno e del 5,2% nel 2013. Male invece Francia (9,8% nel 2012 e 10% nel 2013) e Gran Bretagna (8,6% quest\’anno e 9% nel 2013). Cresce la disoccupazione in Italia, che dovrebbe toccare quest\’anno un tasso del 9,4% per poi aumentare nel 2013 al 9,9%. L\’Ocse sottolinea inoltre che \”diversi paesi – Grecia, Spagna, Italia e Portogallo – hanno annunciato o attuato riforme del mercato del lavoro per contrastare la dualita\’ tipica del settore riducendo il gap tra la protezione di chi un lavoro ce l\’ha e i lavoratori a tempo determinato\”. L\’impatto di tali riforme, prosegue l\’organizzazione, \”potranno essere ampliate da altre riforme strutturali che aumentino la competizione nei settori dove esistono grandi potenzialita\’ di creare posti di lavoro come il commercio al dettaglio e i servizi professionali\”.

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