L\’avvio del processo di secondo grado previsto per la mattinata di ieri è saltato. Per problemi legati a questioni di notifiche, il troncone degli abbreviati di \”Onorata sanità\” giunto davanti alla Corte d\’appello del Tribunale di Reggio Calabria (collegio composto da Ornella Pastore, Giuliana Campagna e Carmelo Gullino), è stato fatto slittare.
La nuova udienza è stata fissata per il 12 ottobre. A rappresentare l\’accusa ci sarà il sostituto procuratore generale Adriana Fimiani. A difendersi dalle accuse rispettivamente mosse saranno: Leonardo Gangemi, Alessandro Marcianò, Giuseppe Marcianò, Giuseppe Pansera, Salvatore Asaro, Peppino Biamonte, Santo Emilio Caridi, Francesco Cassano, Giovanni Luzzo, Domenico Antonio Pangallo, Alessio Giovanni Giuseppe Suraci, Giuseppe Errante, Domenico Latella, Roberto Mittiga e Pietro Morabito.
Il 16 gennaio dello scorso anno era stata registrata la sentenza di primo grado. A conclusione del processo celebrato davanti al gup Paolo Ramondino, quattordici imputati erano stati condannati a complessivi 50 anni e 6 mesi di carcere, mentre per altri quindici era scattata l\’assoluzione.
Tra i colpevoli figuravano medici, funzionari ed ex dirigenti dell\’Asp reggina e l\’ex assessore regionale alla Sanità, Giovanni Luzzo, che erano stati chiamati a rispondere di una serie di abusi di ufficio.
Il processo \”Onorata sanità\” era scaturito dall\’operazione condotta dai carabinieri sul finire del mese di gennaio 2008. Le indagini avevano acceso i riflettori sui presunti intrecci tra \’ndrangheta e politica nel settore della sanità calabrese.
In tutto erano state arrestate 18 persone, delle quali 9 erano finite in carcere e il resto ai domiciliari. Tra i destinatari dell\’ordinanza di custodia cautelare in carcere figurava l\’ex consigliere regionale Domenico Crea, al quale, a conclusione del processo col rito ordinario, il 21 dicembre scorso sono stati inflitti 11 anni e 3 mesi di carcere.
Per quanto concerne il rito abbreviato, il giudice dell\’udienza preliminare aveva condannato per associazione mafiosa a 7 anni di reclusione Giuseppe Pansera, ex medico dell\’ospedale di Melito Porto Salvo e genero del boss della \’ndrangheta di Africo, Giuseppe Morabito \”Tiradritto\”; a 6 anni di reclusione ciascuno Leonardo Gangemi, ex direttore amministrativo dell\’ospedale \”Tiberio Evoli\” e Alessandro Marcianò, ex caposala dell\’ospedale di Locri, condannato all\’ergastolo, in primo e secondo grado per l\’omicidio Fortugno; a 5 anni e 4 mesi Giuseppe Errante, a 5 anni Giuseppe Marcianò, figlio di Alessandro, anch\’egli condannato al carcere a vita per l\’omicidio del vicepresidente del Consiglio regionale.
Per il reato di associazione semplice e abuso di ufficio erano stati condannati i medici Salvatore Asaro e Domenico Antonio Pangallo, mentre per una o più ipotesi di abuso a testa erano stati condannati: Peppino Biamonte, direttore generale dell\’assessorato regionale alla Sanità, Santo Emilio Caridi, Francesco Cassano, Domenico Latella, Giovanni Luzzo, Roberto Mittiga, Pietro Morabito, Alessio Giovanni Giuseppe Suraci.
L\’accusa in primo grado era stata sostenuta dai pubblici ministeri Mario Andrigo e Marco Colamonici.
tratto da Gazzetta del Sud