La Procura ha in mano nuove carte contro Nevio Coral, l’ex sindaco di Leinì ed esponente molto noto del Pdl piemontese in carcere da inizio giugno per l’accusa di concorso esterno nell’associazione mafiosa «denominata ‘ndrangheta». Si tratta di intercettazioni che estendono la collaborazione elettorale fra l’industriale e uomo politico e le ‘ndrine della zona alle amministrative per l’elezione del sindaco di Volpiano della scorsa primavera, a pochi giorni dal blitz dell’Operazione Minotauro.
Il suo avvocato, Roberto Macchia: «Nel corso del primo interrogatorio con il pm, Antonio Malagnino, ci è stata preannunciata un’informativa su queste intercettazioni, ma ancora non le ho viste». Vi ha accennato il Tribunale del Riesame nel provvedimento contro il quale il legale ha fatto ricorso per Cassazione. Coral ha perso le elezioni di Volpiano avendo avuto il 33,07 per cento dei voti validi contro il 44 per cento di Emanuele De Zanne Pd, diventato il nuovo sindaco di Volpiano. L’industriale non era riuscito a coagulare intorno a sé il centrodestra che si è presentato con altre due liste (quella della Lega e Crescere Insieme, con candidato sindaco un altro imprenditore, Giorgio Chiesa) che complessivamente hanno ottenuto il 22 per cento.
Il 33 per cento ottenuto da Coral vale 2.857 voti. È interessante che in una conversazione del maggio 2009 riportata nell’ordinanza di custodia cautelare dell’Operazione Minotauro, Vincenzo Argirò – il «capo locale» che riteneva di «tenere in pugno» Coral – fa notare ad un altro ‘ndranghetista che Ivano Coral «3000 voti ha preso a Volpiano».
Ivano è il figlio per cui Nevio Coral riunisce a cena lo stesso Argirò e un bel gruppetto di ‘ndranghetisti per chiedere loro di votarlo e farlo votare alle Provinciali 2009. La cena si svolse nel ristorante dell’hotel di Claudio Coral, l’altro figlio dell’industriale e marito dell’ex assessore regionale Caterina Ferrero (coinvolta in altra inchiesta). I carabinieri registrarono tutto ciò che si dissero i partecipanti. La loro sintesi: «Coral illustra i progetti di sviluppo riguardanti la zona di Volpiano, lasciando chiaramente intendere ai presenti (li chiama “imprenditori”) che si aprirebbero molteplici prospettive di lavoro».
Promotore dell’incontro fu Emilio Gallo, precedenti per traffico di stupefacenti, che aveva suggerito ad Argirò di invitare a cena anche Nicola e Valter Macrina, della «locale» di Volpiano, in mano alla famiglia Agresta. Nella telefonata, che fa «entrare» Nevio Coral nell’inchiesta Minotauro, Gallo precisa al personaggio di spicco dell’organizzazione criminale che a Coral «interessano Borgaro e Volpiano». Durante la cena Argirò rassicura l’industriale: «Dottore, noi siamo qua e siamo felici di esserlo… e da chi sono andato sa che noi siamo qua con voi e saremo felici come lo siamo stati anni fa, se voi vi ricordate bene».
I carabinieri interpretano: «Argirò lascia intendere che Coral aveva già contribuito alle sue attività “imprenditoriali” e questi alle “fortune” politiche dell’industriale e che per ciò lo considera un interlocutore affidabile». Coral verrà risentito dal pm la prossima settimana. Sinora ha negato ogni accusa, banalizzando il senso di quei rapporti.
tratto da La Stampa