\’Pagò le cosche per i voti\’: arrestato assessore Regione Lombardia. Masciari: \”RIBELLIAMOCI\”
E\’ davvero inaccettabile. Una cosa squallida, indecente, riprovevole. Da Reggio Calabria a Milano la \’Ndrangheta è padrona della politica nazionale. Elegge deputati e consiglieri. Condiziona la vita amministrativa, imponendo le sue regole.
Al Nord come al Sud i voti della \’ndrangheta pesano elettoralmente e tanto, visto che i politici fanno a gara per inginocchiarsi ai boss, pietendo l\’elezione. Che schifo!! A Milano la cosca Mancuso di Vibo Valentia addirittura gestirebbe migliaia di voti risultati decisivi per l\’elezione di un consigliere della Giunta plurinquisita di Formigoni, promosso, successivamente, addirittura assessore!!!
Adesso basta! Cosa aspettiamo a ribellarci? Cosa aspettiamo a scendere in piazza per protestare contro tutta questa melma che rischia di seppellirci ? Volete che a rappresentarvi siano questi personaggi disgustosi? Volete parlamentari nominati direttamente dalle mafie? Volete che le nostre città diventino un feudo delle cosche mafiose? Se vogliamo la nostra libertà dobbiamo batterci fin in fondo per conquistarla.
Non possiamo più essere complici di questa vergogna nazionale. Non possiamo più continuare a vivere come gli struzzi.
Amici miei, comportarsi da donne e uomini liberi non è facile. Abbiamo però il dovere morale di farlo. CONTRO TUTTE LE MAFIE. ITALIA, WE CARE
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Fonte: Ansa – \’Pago\’ le cosche per i voti\’: arrestato Zambetti, assessore Regione Lombardia. Domenico Zambetti accusato di aver comprato un pacchetto di preferenze dalla \’ndrangheta
MILANO – L\’assessore alla Casa della Regione Lombardia, Domenico Zambetti, e\’ stato arrestato dai Carabinieri con l\’accusa di aver comprato un pacchetto di preferenze per la sua elezione nelle Regionali 2010 da due esponenti della \’ndrangheta. L\’esponente del Pdl è accusato di voto di scambio per aver comperato 4.000 preferenze, in vista delle elezioni del 2010, pagando 200.000 euro a due esponenti della \’ndrangheta. A suo carico vi sarebbero intercettazioni telefoniche che documentano le fasi del pagamento.
L\’arresto è stato chiesto dal pm della Dda Giuseppe D\’Amico ed è stato disposto dal gip Alessandro Santangelo.
Con l\’arresto di Domenico Zambetti sale a 13 il numero di esponenti politici – fra Giunta e Consiglio – indagati dal 2010, inizio della legislatura al Pirellone. Proprio l\’altro ieri, è stato condannato in primo grado a due anni e mezzo per falso e truffa il consigliere del Pdl Gianluca Rinaldin mentre la scorsa settimana è stato chiesto il rinvio a giudizio per varie ipotesi di reato, fra cui corruzione, per l\’ex vice presidente dell\’Aula, Filippo Penati, ex Pd.
Questa sorta di \’elencò stilato dai media per raccontare, in questi mesi, le vicende che intrecciano politica e giustizia in Regione Lombardia comprende il presidente Roberto Formigoni (Pdl), accusato di corruzione aggravata nella inchiesta sulla Fondazione Maugeri; l\’ex presidente del Consiglio regionale, Davide Boni (Lega), accusato di corruzione; i due suoi ex vicepresidenti Penati appunto e Franco Nicoli Cristiani (Pdl, che, arrestato, si è dimesso dal Consiglio regionale), accusati a loro volta di corruzione; l\’ex consigliere segretario Massimo Ponzoni (Pdl), arrestato a gennaio con varie accuse fra cui la corruzione e la bancarotta fraudolenta. Sia Boni sia Nicoli sia Ponzoni, fra l\’altro, sono stati assessori regionali nelle Giunte precedenti. Indagati, al Pirellone, anche il consigliere del Pdl Angelo Giammario, ex sottosegretario di Formigoni, per corruzione; l\’attuale assessore alla Sicurezza, Romano La Russa, accusato di finanziamento illecito; la consigliera Pdl Nicole Minetti, a processo per induzione e favoreggiamento della prostituzione anche minorile nell\’ambito del caso Ruby. In un\’inchiesta per tifo violento è, invece, stato coinvolto l\’assessore leghista Daniele Belotti. Fuori ormai dalla politica, dunque senza alcun incarico, ma dentro questo \’elenco\’ ci sono l\’ex consigliere leghista Renzo Bossi (dimessosi per l\’inchiesta sull\’uso dei rimborsi elettorali del Carroccio nella quale è accusato di appropriazione indebita) e l\’ex assessore sempre leghista, Monica Rizzi, sospettata in passato di aver prodotto dossier proprio per screditare avversari interni di Bossi Jr.