Palermo, 30 aprile 1982, una Fiat 132 guidata da Rosario Di Salvo che insieme a Pio La Torre si dirigeva verso la sede del Partito Comunista Italiano, erano circa le 9.30 quando in una via Turba, una moto di grossa cilindrata va incontro alla Fiat 132, i killers aprono il fuoco freddano Pio La Torre, Di Salvo tenta di difendersi, spara qualche colpo di pistola ma è mortalmente ferito, morirà qualche minuto dopo.
Pio La Torre spende la sua vita nella lotta a favore dei braccianti, per la giustizia sociale , per i diritti dei più deboli e bisognosi contro lo sfruttamento dei ricchi proprietari terrieri. Il suo impegno politico sin da giovanissimo e nell’autonno 1945 si iscrive Partito Comunista nell’autunno del 1945 , erano anni particolari quelli, Pio, grazie al suo impegno costante fa carriera dentro il partito e nel luglio del 1949 è membro del Consiglio Federale del PCI, ottimo “quadro” con lo slogan “la terra a tutti” da inizio all‘occupazione delle terre, anni dove quelle lotte erano vissute istante per istante ed ogni centimetro di terra occupato significavano fiducia, stima, successo e sopratutto sudore.
Anche Rosario di Salvo è “una vita per la politica”, iscrizione al partito, militanza, successo, impegni di direzione, e soprattutto attività tra la gente, la sua gente, come Pio La Torre, anche Rosario di Salvo vuole una Sicilia diversamente produttiva.
Pio La Torre è eletto in parlamento, nel maggio del 1972, farà parte della Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno della mafia in Sicilia, ed è qui che sottoscrive la sua condanna a morte, infatti propone una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa (Legge Rognoni-La Torre ) ed una norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi. Una legge rivoluzionaria che poi verrà concretizzata solo grazie all’impegno dell’associazione Libera.
Pio la Torre e Rosario di Salvo, due uomini di pace ed è stato per merito di Pio La Torre e del movimento dei pacifisti, se nel 1982 da Comiso vengono portati via i missili Cruise e l’aeroporto sgomberato da quella minaccia.
Una morte annunciata come quella di tanti altri uomini e donne impegnate in prima fila nella lotta alla mafia. L’omicidio poco dopo è rivendicato dai Gruppi proletari organizzati, dopo nove anni di indagini, nel 1991 il tribunale di Palermo chiude l’istruttoria rinviando a giudizio nove boss mafiosi, le ipotesi di movente erano diverse, nel 1992, Leonardo Messina, uno dei più famosi pentiti di mafia rivela che La Torre era stato ucciso su ordine diretto di Totò Riina per la proposta di legge riguardante i patrimoni dei mafiosi.
Il 12 gennaio 2007 la Corte d’Assise d’Appello di Palermo ha emesso l’ultima di una serie di sentenze che ha portato a individuare in Giuseppe Lucchese, Nino Madonna, Salvatore Cucuzza, e Pino Greco, gli autori materiali dell’omicidio. Dalle rivelazioni di Cucuzza, diventato collaboratore di giustizia, è stato possibile ricostruire il quadro dei mandanti dell’eccidio, identificati nei boss Salvatore Riina, Bernardo Provenzano, Pippo Calò, Bernardo Brusca e Antonino Geraci.
tratto da News Live 24