Sono trascorsi 39 anni da quel lontano 9 maggio del 1978 in cui Peppino Impastato venne ucciso per mano della mafia su ordine del capo di \”Cosa Nostra\” Gaetano Badalamenti. La storia di Peppino Impastato è la storia di un giovane che pur crescendo tra le maglie della mafia (la sua famiglia era strettamente legata a \”Cosa Nostra\”), ha voluto dire \”NO\” a quel sistema e lo ha fatto nel modo più semplice possibile, con il diritto alla Libertà di chi non vuol piegarsi all\’illegalità. Nel \’77 fonda una radio, \”Radio Aut\” e durante il programma \”Onda Pazza\” (nomi ormai entrati nella storia italiana dell\’antimafia) si prendeva gioco dei mafiosi. Spavalderia, incoscienza o semplicissima voglia di Libertà e di Legalità che però lo hanno portato alla morte proprio per mano di quei mafiosi che, da \”Cento Passi\” da casa sua, lo hanno fatto tacere per sempre. Ma Peppino Impastato non è rimasto in silenzio nemmeno dopo la sua morte, Peppino è sempre vivo nei nostri cuori, nella nostra voglia di riscatto e di Libertà, dev\’esserlo nel cuore dei giovani per tenere sempre vivo il pensiero che le mafie non sono la soluzione, le mafie non aiutano i più deboli ma anzi ne sfruttano proprio la loro debolezza calpestando la libertà e la dignità degli uomini. Vogliamo ricordare Peppino con una sua frase emblematica: \”…io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente! \”
Per ironia della sorte lo stesso giorno veniva trovato morto Aldo Moro, segretario e Presidente dell\’allora Democrazia Cristiana nonchè 5 volte Presidente del Consiglio, che vogliamo ricordare fu ucciso per mano delle Brigate Rosse.