Fonte: La Repubblica – Nel primo trimestre di quest\’anno in Italia le imprese sono diminuite di 26mila unità. Il saldo negativo emerge dai dati sulla nati-mortalità delle imprese per i primi tre mesi dell\’anno, fotografati da Movimprese e resi noti oggi a Lecce dal presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello, nel corso del convegno sullo sviluppo del mezzogiorno, organizzato dalla Camera di commercio del capoluogo salentino.
Nei primi tre mesi dell\’anno si sono registrate meno iscrizioni e più cessazioni e si è dunque allargata la forbice della vitalità delle imprese tra chi sceglie di entrare sul mercato creando una nuova attività (sono stati in 120.278 tra gennaio e marzo) e chi, al contrario, ne è uscito (in tutto, 146.368). In particolare, secondo la rilevazione Infocamere, rispetto allo stesso periodo del 2011, le iscrizioni sono diminuite di 5mila unità mentre le cessazioni sono aumentate di ben 12mila unità, con il risultato di un saldo del periodo pari a -26.090 imprese. Praticamente il triplo rispetto ai primi tre mesi del 2011, quando erano mancate all\’appello 9.638 imprese. In termini relativi, la riduzione dello stock delle imprese nel i trimestre è stata pari al -0,43%, contro il -0,16% del 2011.
\”I successi del made in Italy nel mondo da soli, non bastano a sostenere l\’occupazione e a ricostruire il benessere dei territori andato perso nella crisi di questi anni\” ha commentato Dardanello. \”L\’anagrafe delle imprese – ha proseguito – è uno specchio fedele dell\’immagine dell\’economia reale che oggi ci viene restituita per quello che è: segnata da profonde difficoltà e da una diffusa incertezza nel futuro. C\’è bisogno di politiche di sostegno dell\’impresa più piccola, quella diffusa da cui dipende il destino di milioni di famiglie e di giovani. Oltre a credito e semplificazione servono azioni straordinarie sul fronte occupazionale e fiscale\”.