Lavori di restauro truccati, truffa e collusioni con pubblici funzionari. Con queste accuse sono finiti in manette cinque tra alti funzionari e imprenditori che si sono occupati del restauro di dimore storiche in Piemonte e in particolare della Reggia di Venaria.
L’ammontare complessivo degli importi delle gare coinvolte è di circa 10 milioni di euro, e le persone coinvolte sono l\’ex soprintendente Francesco Pernice, oggi Dirigente area conservazione e patrimonio, e dell’imprenditore Ezio Enrietti. A questi si aggiungono i nomi di Giuliano Ricchiardi, direttore del patrimonio regionale, l’imprenditore casertano Francesco Paolo Della Rossa e il collaboratore di Enrietti, Claudio Santese.
Se ne deduce, da questo e da altri fatti piccoli o grandi di cronaca, che il nostro Paese stia continuando a portare avanti l\’esempio dell\’illegalità.
Una rotta che stiamo segnando giornalmente e che ci sta portando in un precipizio. Non è possibile che dove ci sia lavoro ci siano anche, sistematicamente, Mafie e corruzione.
E\’ un sistema malato questo, e in quanto malato occorre trovare una cura, prima che per la \”paziente\” Italia sia troppo tardi.