«La \’ndrangheta non può più ritenersi solo un insieme di \’locali\’ o cosche, ma deve essere considerata struttura unitaria di cui queste sono articolazioni territoriali. Le acquisizioni processuali documentano una evoluzione in senso verticistico e unitario della \’ndrangheta che, pur nella persistente autonomia territoriale, concilia il centralismo delle regole organizzative e dei rituali con il decentramento operativo. Siffatta trasformazione nella continuità dimostra che l\’associazione si è adeguata al mutato contesto sociale, anche in relazione ai territori di espansione, riuscendo a coniugare il rispetto delle ataviche tradizioni e regole con le nuove realtà economico finanziarie». Questo si legge nella relazione del processo scaturito dall\’operazione Minotauro.
\”Il quadro che si profila davanti ai nostri occhi è terrificante. La \’ndrangheta è un tumore maligno che piano piano si è esteso fino a pervadere di sé tutto, ogni regione. Non ha risparmiato nulla. E in questa terribile prospettiva il Piemonte costituisce uno dei nodi centrali di questa nuova trama tessuta dalla \’ndrangheta.\”
Il cuore della \’ndrangheta pulsa ancora in Calabria ma le sue arterie si sono estese e ramificate in tutte le regioni italiane. In tutto il mondo. La \’ndrangheta ha contaminato di sé ogni angolo della nostra terra. Non è un problema esclusivo della Calabria, è un problema dell\’Italia intera, è un problema mondiale che interessa tutti.
\”E\’ giunto il momento di ribellarsi. Non possiamo continuare a rivestire il ruolo di spettatori passivi. Non possiamo farlo per i nostri figli, non possiamo farlo per noi stessi. Non è questo il mondo che voglio restituire ai miei bambini. Sto lottando per ricotruire una realtà diversa. E\’ nostro dovere farlo. Non deve essere una semplice speranza, una possibilità…deve trasformarsi in concreta realtà. Il cambiamento non può più aspettare…\”
Fonte: Il Quotidiano della Calabria
http://www.ilquotidianodellacalabria.it/news/cronache/722854/Anche-il-Piemonte-e-un-satellite.html