testo e foto di Giuseppe Milano
Pino è tornato in Puglia. Di nuovo. Ed è sempre un grande piacere. L\’ultima volta, alcuni mesi fa, fu ospite dell\’associazione universitaria Link presso la Facoltà di Giurisprudenza di Bari. Ieri è stato accolto, invece, nel piccolo paese di Rutigliano, in provincia di Bari, nella Scuola Elementare “G.Settanni”, la cui dirigente scolastica nonché promotrice dell\’evento, Mariella, è una delle tante care “amiche” che Pino ha ormai ovunque in Italia.
Pino inizia a parlare subito dopo che i bambini hanno cantato l\’inno nazionale e a loro dedica le prime parole del suo intervento, provando a spiegare immediatamente a loro e ai tanti genitori presenti in sala da dove nasce la sua indignazione e quanto dolorosa sia ancora oggi la sua quotidianità. Con una data, quell\’indimenticabile 17 ottobre del \’97, che per noi “Amici di Pino” è ormai come una cicatrice, che rappresentò per il giovanissimo imprenditore di Serra San Bruno e per la moglie Marisa, uno spartiacque tra “ciò che erano e ciò che sarebbero stati”. Da Cittadini a Deportati.
Per chi come me conosce Pino e la sua storia da oltre tre anni, riascoltarla nuovamente non ha prodotto noia o tristezza, ma la convinzione che sempre più in questo Paese martoriato dalla corruzione e dal malaffare, che quasi necessita periodicamente di martiri o di “eroi” sui quali piangere per potersi lavare la coscienza, sia necessario riscoprire o imparare il “mestiere” di cittadini. Per quanto ardua sia, è la sola via. Perché il primo passo è capire il valore e la bellezza dei doveri civili. Il dovere, per esempio, di denunciare, nel solco di una dignità che non può essere svenduta, tutti coloro i quali pensano di poter sovvertire l\’ordine democratico e il rispetto fondamentale che bisogna sempre corrispondere alle Istituzioni con un sistema “altro” di leggi e di norme. Chiunque essi siano e qualsiasi sia il loro ruolo o valenza sociale. Pino a questo Antistato che voleva farsi Stato, nella sua amatissima Calabria, e che è stato lo Stato (e continua, spesso, ad esserlo ancora oggi, soprattutto, purtroppo, in alcuni territori..) con le sue collusioni mafiose-massoniche, ha detto no.
Ha rifiutato “il puzzo del compromesso” in base al quale, per poter continuare a lavorare, doveva erogare un 3% alla manovalanza criminale e un più cospicuo 6% agli amministratori pubblici. Non si è piegato. Non si è arreso. Nonostante la disperazione. Nonostante il dolore che rischiava di minare la serenità e l\’equilibrio della sua famiglia. Si è affidato allo Stato e alle Istituzioni della nostra Repubblica. E nonostante dalle stesse, in questi ultimi 14 anni, non sempre è giunta protezione e rispetto, Pino ha sempre onorato ed osservato, da bravo cristiano e da vero Cittadino, la sua e nostra Bibbia civile: la Costituzione.
E mentre rammentava le innumerevoli “peripezie” che ha dovuto affrontare, le varie angosce che ha vissuto anche nella località protetta (come quando alcuni malviventi, a scopo intimidatorio, gli sono entrati in casa, nel cuore della notte), mi è tornato in mente quell\’ottobre del 2008 quando con altri “amici storici di Pino” scendemmo a Catanzaro, ciascuno dalla propria città, per uno dei tanti eventi ai quali Pino partecipava, con una grandissima serenità e compartecipazione, nonostante la situazione anomala che si stava consumando: Pino era, infatti, senza scorta, in Calabria, e con questi altri ragazzi straordinari sperimentammo la “difesa popolare” che naturalmente non voleva sostituirsi allo Stato che avrebbe dovuto garantire la protezione in termini assai rigorosi, ma soltanto ricordare e far capire, dimostrandolo concretamente, che il “Testimone di Giustizia Giuseppe Masciari” non era solo e che non lo sarebbe stato più.
Nell\’avviarci alla conclusione e nel presentare il suo libro, proprio sulla sua storia, scritto e condiviso con la bella e tenace Marisa, Pino, riprendendo le parole del Procuratore Nazionale Antimafia Pietro Grasso, sulla globalizzazione del potere criminale e sull\’efficienza sempre più elevata delle organizzazioni criminali, ha tenuto fortemente a sottolineare, con la sua voce sempre cosi carica di emozione e di commozione, come sia necessario rispondere con la “globalizzazione del potere della legalità”, costruire definitivamente una imperitura “antimafia sociale” fondata sui diritti e sui doveri non negoziabili e come, in fondo, agendo insieme, tutto possa partire, semplicemente e con grande naturalezza, “dall\’Organizzare il Coraggio”.
Una risposta
[…] Milano, riguardante gli incontri con gli studenti delle scuole, che potete leggere a questo link. #gallery-1 { margin: auto; } #gallery-1 .gallery-item { float: left; margin-top: 10px; […]