\’Ndrangheta: il 40% degli studenti calabresi è indifferente, il 33% trasgredirebbe alle leggi.
Pino Masciari: Vivere in un territorio piegato dalla criminalità organizzata mafiosa e non riconoscere tale nemico, vuol dire che viene considerato normale vivere con quelle logiche.
Ed è pericoloso.
Preoccupa il fatto che a manifestare apatia, sfiducia nelle istituzioni, predisposizione a trasgredire le leggi, mancata conoscenza dei fenomeni come racket e usura siano proprio i giovani scolari calabresi.
Svegliatevi! Reagite!
Se perdete la speranza nel vostro futuro avete dato la vittoria certa a chi nel frattempo vi ha tolto il lavoro, inquinato l’ambiente, risucchiato il diritto di vivere liberi, rubato la dignità di un popolo che per la maggior parte è onesto.
L’allarme va colto nella sua drammaticità: sta a significare che ancora l’impegno dovrà essere più forte e determinato.
http://www.ilmattino.it/CALABRIA/ndrangheta-sos-impresa-studenti-questionario/notizie/728310.shtml
REGGIO CALABRIA – Un terzo dei settecento studenti di sei istituti superiori della provincia di Reggio Calabria sarebbe pronto, sia pure potenzialmente, a trasgredire la legge, mentre per il 40% dei ragazzi rimane quantomeno indifferente al fenomeno della \’ndrangheta.
Sono alcuni risultati di un questionario realizzato negli istituti Piria, Panella, Boccioni, Frangipane, Righi e Conservatorio di musica, da Sos Impresa, associazione anti racket ed usura facente parte del sistema Confesercenti, con il contributo della Provincia.
«Perplessità – è scritto in una nota dell\’associazione – giungono dalle risposte alla domanda \’la legge va rispettata in generale ma qualche volta è ammesso trasgredirlà. Per il 12,1% è ammesso trasgredirla di molto; abbastanza per il 21,2%. Poco per il 33,2%. Dati che la dicono lunga sulla necessità da parte delle istituzioni culturali, in primis la scuola, ad un lavoro ancora più incisivo. Perplessità confermate, assieme ad una buona dose di inquietudine, dalle risposte alla domanda \’la legge va rispettata soltanto quando la si ritiene giustà: d\’accordo, \’moltò, il 19,3%; \’abbastanzà per il 21%. Da qui si può comprendere il substrato culturale in cui vivono gli studenti interrogati che li porta a pensare di rispettare la legge solo nel caso in cui la stessa soddisfa le proprie personali aspettative di giustizia».
«Fanno riflettere», secondo Sos Impresa, anche le risposte sulla \’ndrangheta «perchè il 22% degli intervistati, \’quando sente parlare di \’ndrangheta ritiene che sono problemi che esistono ma che non riguardano la propria persona e la propria famiglia, anche perchè sono confinati in altre zone del Paese. Risposte che se sommate a quelle, 19,9%, del tipo \’sono problemi che esistono ma che televisione e giornali esagerano per fare audience, dimostrano che oltre il 40% dei ragazzi rimane quantomeno indifferente, e quindi poco propenso all\’impegno in prima persona. E sul fenomeno dell\’usura il 16,2% non lo conosce ed il 30,9% lo conosce poco; il racket il 21,8% non lo conosce per nulla, mentre il 31,1% lo conosce poco».
Sull\’operato delle forze dell\’ordine e della magistratura nel contrasto alla criminalità «per il 20,1% il grado di fiducia è \’nullà e per il 14,1% è \’pocò. Siamo fiduciosi – conclude la nota – che l\’impegno comune associazioni, istituzioni, scuola, famiglie ci permetterà di sperare in un futuro migliore».