Una mano che stringe forte il petto e costringe lo spettatore ad ascoltare senza perdere neanche una parola, trattenendo il respiro, con una mescolanza di incredulità e indignazione.
\’Padroni delle nostre vite\’ è la storia di Pino Masciari e della sua famiglia raccontata in una rappresentazione intensa e coinvolgente. Pino, interpretato con rabbia e dignità da Ture Magro, è una figura isolata, forte, tenera e umanissima allo stesso tempo. Coraggio, forza, paura, sbigottimento, indignazione, voglia di rinascita. Tante emozioni catturano lo spettatore come in una morsa e gli consentono di calarsi in questa storia estrema di coraggio e di resistenza raccontata senza sbavature, con lucida chiarezza, nel linguaggio diretto e preciso che è anche quello del libro \’Organizzare il coraggio\’, a cui è ispirato lo spettacolo della compagnia Sciaraprogetti. Attorno al protagonista, su grandi pannelli, altre facce, di buoni e più spesso di cattivi, minacciano, consigliano, ordinano, accompagnano come un coro dissonante nella sua coerenza le scelte di Pino. Pino che, in modo significativo, resta comunque sempre solo sul palco. Sono molte le domande che l\’attore rivolge al pubblico, domande incalzanti poste con rabbia, a volte urlate con disperazione. Chi ascolta non può che sentirle riecheggiare dentro di sé e percepire l\’insensatezza delle risposte che la famiglia Masciari ha dovuto subire nell\’esperienza concreta di vita e non nella finzione scenica. Una storia vera che coinvolge ancora di più lo spettatore quando il vero Pino Masciari sale sul palco a raccontare e spiegare le ragioni del suo impegno civile. E\’ quanto è accaduto oggi 5 marzo 2013 davanti a circa 300 studenti del Liceo Scientifico Augusto Righi nel Teatro Bellinzona a Bologna. E così, ascoltando insieme agli altri, ho capito che raccontare è resistere, che ascoltare e riflettere è resistere. Ripenso alle facce degli studenti e delle insegnanti intorno a me, emozionate, un po\’ stupite e anch\’io mi sento parte di una società civile che, come Pino, crede che bisogna difendere e pretendere i propri diritti, che non si rassegna all\’illegalità, che vuole essere libera, che vuole credere nello stato. (\’Perché lo stato siamo noi\’ dice Pino) Una società che crede che la scuola sia il luogo in cui Educare alla legalità e alla cittadinanza. E allora, più che mai, sono fiera di essere un\’insegnante e grata a Pino per questa lezione di vita. (Annamaria Costanzo, Liceo Scientifico Augusto Righi di Bologna)